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Racconto n° 3806
Autore: Matilde S. Altri racconti di Matilde S.
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Complicità
Il cielo ha uno strano colore, un grigio opaco venato di bianco, una graffiata di ossigeno che sgrana la cappa di umido e smog.
Le strade paiono serpenti scorbutici che, strombazzanti e sboccati, si snodano in file continue di auto frettolose dai contorni sfocati. Nell'aria sentori balzani, densi, pregni di sfumature difficili da ricondurre all'origine che li ha generati.
Milano , per antonomasia simbolo di progresso e ricchezza, accoglie con la sua faccia sbarbata e un po' snob chi giunge dalla provincia.
Per chi vi arriva in treno, dopo ore di molleggiato sferragliamento, l'uscita dalla stazione è un incongruente abbraccio dal frenetico vigore.

Stefano si guarda attorno incerto: è arrivato prima del previsto e manca più di un'ora all'appuntamento con Marco. Decide di non avvertirlo del cambio d'orario, sente il bisogno di camminare, di sgranchirsi le gambe e snebbiarsi il cervello dopo sette ore di viaggio. Si incammina lentamente riprendendo confidenza con la città e il suo corroborante fermento. Sono passati mesi dal suo ultimo soggiorno a Milano, mesi grevi di impegni e tensioni, e questa piccola vacanza di fine settembre è l'occasione per staccare' la - spina - e ritemprarsi.
Profumo di pane fragrante, caldo e tostato, gli ricorda che non mangia dalla sera prima. Entra nel bar da cui giunge invitante l'effluvio e ordina due toast, una mezza minerale ed un caffè. Seduto sull'alto sgabello appoggiato al bancone mangia voracemente ascoltando divertito il chiacchiericcio degli avventori dalla tipica cadenza - milanese - . La giovane barista gli sorride di rimando notando il suo mezzo sorriso. Scambia con lei qualche battuta scherzosa poi beve il suo caffè , paga, esce dal locale e riprende il suo gironzolare senza meta.

Lo squillo del cellulare lo distrae dai suoi pensieri; ancora prima di leggere il numero sullo schermo sorride, certo che sia la sua amica Camilla.
Sono amici da oltre un anno, un'amicizia fuori dall'ordinario, dove complicità, sesso e attrazione si integrano perfettamente con fiducia e confidenza. Camilla è una donna indipendente, anticonformista, un po' folle eppure solida. Una sognatrice passionale, intrisa di sensualità e malizia coinvolgenti. La sintonia che vi è fra loro è qualcosa di magicamente raro.
La voce gli accarezza l'orecchio, il lieve accento che arrotola la esse e stringe le o è inconfondibile:
- Ciao tesoro, sei arrivato ? - Stefano si ferma vicino ad una fermata del tram dove la pensilina scherma in parte il rumore del traffico. Ineluttabile il fremito di eccitazione: accade sempre quando la sente. Le racconta del viaggio, della signora indisponente che con tanti sedili liberi si è piazzata proprio di fronte al suo impedendogli di allungare un po' le gambe, dell'uomo che russava sonoramente, della ragazza che è salita a Bologna, con un paio di jeans talmente fascianti che il culo sembrava voler esplodere da dentro alla stoffa:
- Camilla dovevi vederlo, una favola, un culetto alto e sodo che faceva venire l'acquolina in bocca! -
La risata divertita di Camilla anticipa la risposta:
- Stefano ! Ma possibile che non sai pensare ad altro ? Ti cadono gli occhi su ogni femmina che ti si avvicina ! Sei un porco, lo sai ? -
La risata li unisce, vibrante e complice, mentre i loro pensieri già scivolano sulle tinte scarlatte del desiderio. Camilla è una tentatrice deliziosamente impudica che adora giocare al telefono con lui, farlo eccitare quando sa che è in mezzo alla gente e non può lasciarsi andare alla voglia che sa risvegliargli.

- Si amore, lo so , esattamente come so che puttanella vogliosa sei tu ! - Nella frase un po' cruda vi è una sfumatura di incoerente tenerezza a mitigarla.
La voce di Camilla scende di tono, diventa un'umida carezza che lo avvolge :
- Vorrei essere li con te ora, dimostrarti quanto lo sono, strofinarmi col corpo sul tuo, soffiare il mio alito nella tua bocca e immergervi la lingua alla ricerca della tuo sapore. Ti bacerei fino a bere il tuo respiro e ti accarezzerei la schiena infilando le dita sotto alla tua maglietta. La gente passandoci vicino si renderebbe conto della mia voglia e ci guarderebbe invidiosa. -
Un brivido improvviso gli attraversa la spina dorsale, la sensazione quasi tangibile del polpastrello di lei che la percorre.
- Camilla, come ti vorrei davvero qui ! Ti porterei nel primo posto nascosto, l'androne di un palazzo sarebbe il luogo perfetto per sollevarti la gonna e punirti per la voglia che mi stai facendo venire ora ! -
- Punirmi Stefano ? Non ti seguirei in un luogo nascosto ! Mi divertirei a stuzzicarti, ingolosirti, allettarti con tocchi fugaci, piccoli baci umidi, strofinii impudichi fino a vederlo crescere nei jeans; ci passerei la mano sopra come per caso, lo stringerei nel palmo per sentirlo fremere sotto alla stoffa; vorrei leggere nei tuoi occhi il fuoco, la cupidigia, la passione; vorrei farti tremare per l'eccitazione incontenibile. Eccitato come sono io ora che la mia mano si è infilata sotto alle mutandine e gusta il calore umido col palmo fermo sul mio nido voglioso di coccole.-
- Quanto sei troia amore ! Infilaci le dita, accarezzati, masturbati per me, fammi sentire quanto mi vuoi !-
La voce di Stefano è rovente, bassa e roca , vibrante di erotica aspettativa. Gli sembra quasi di vederla, adagiata sulla poltroncina vicino al telefono, la gonna alzata che lascia le gambe nude, il triangolino di pizzo che copre a malapena il sesso e le dita infilate dentro che si muovono roride di umori. Immagina la testa reclinata all'indietro, le gote soffuse di roseo calore, gli occhi socchiusi, la bocca tumida leggermente aperta che lascia intravedere la lingua.
Svaniscono colori e suoni, tutto diviene etereo e privo di consistenza.
La mente si immerge in un tunnel di erotico dominio inseguendo i sensi.
Ineffabili fantasie traslano in emozioni divenendo amplesso.
Lui che guida la sua mano, che si insinua nei suoi pensieri beandosi dei gemiti di risposta. Lei che lo chiama, che lo eccita con i suoi desideri sussurrati, che gli descrive il profumo di sesso che la avvolge, il sapore del miele che dalle dita porta alla bocca. Sospiri che lo fanno rabbrividire mentre il fallo diventa rigido nella morsa dolente dei jeans. Con la mano vi si appoggia sopra, un tentativo forse di celarlo o molto più semplicemente l'istinto di liberarlo.

Un rumore attrae l'attenzione di Stefano: sotto alla pensilina, con un libro aperto posato sulle ginocchia una giovane donna lo osserva. Non l'ha sentita arrivare, perso nell'eros non si è reso conto di non essere più solo. La donna solleva lo sguardo sul suo viso, affonda gli occhi verde mare per un attimo nei suoi e poi lentamente li abbassa fino a fermarli sulla sua mano . É chiaro che ha ascoltato la sua conversazione, testimone muta al connubio mentale con Camilla. Stranamente non si sente imbarazzato, la sconosciuta non appare turbata, anzi sembra licenziosamente coinvolta. Sente l'eccitazione aumentare spasmodica quando i loro sguardi si ritrovano: negli occhi verdi brilla una luce lussuriosa che lo esalta. La mano si muove sul fallo intenzionalmente mentre i sospiri di Camilla gli giungono come afrodisiaca musica e il suo sguardo si perde nella camicetta sbottonata della giovane che lascia intravedere dolci colline di candida pelle.
Camilla c'è una ragazza splendida che mi osserva, l'eccitazione che mi provochi è talmente evidente che non posso celarla e lei non mi toglie gli occhi di dosso -
-Stefano lasciala guardare; se io fossi li ora non solo guarderei ma ti vorrei, vorrei le tue mani, la tua bocca, il tuo cazzo. Vorrei un muro dove appoggiarmi per farmi scopare da te fino ad urlare dal piacere -
Ti faresti scopare in mezzo ad una strada ? Che puttana vogliosa sei ! Ti ci inchioderei a quel muro col mio cazzo piantato dentro ! - Scandisce lento le parole, per essere certo che la sconosciuta senta e freme soddisfatto nel vederle il viso farsi porpora. Non finge neanche più di leggere, i grandi occhi verdi saettano lucidi dal suo volto al sesso ormai gonfio ed evidente sotto ai jeans. Le tremano leggermente le labbra, la lingua fa capolino golosa ad un lato della bocca, le mani lisciano la gonna in una carezza sensuale e ritmica. Quando si alza lo fa con grazia inaudita, pare una ballerina che si prepari ad un volteggio. Pochi passi e lo raggiunge fermandosi davanti a lui.
Neanche una parola fra loro, solo lo sguardo caldo di quegli occhi verdi, bellissimi, laghi profondi e misteriosi in cui naufragare.
la mano scende, accarezza la sua, la scosta decisa e saggia l'erezione attraverso la ruvida tela. La cerniera scivola, il bottone esce dall'asola e le dita penetrano rapide sotto alla stoffa. Una scossa elettrica lo percorre, i brividi dalla nuca lo percuotono fino alla punta dei piedi quando la mano si stringe sull'asta. Col corpo lei lo copre, mentre le dita iniziano a salire e scendere sul cazzo teso. Il profumo della donna è inebriante, le sue labbra sul collo sono vellutate e calde e gli occhi verdi sono luminosi di libidine.
La voce esce quasi strozzata:
-Camilla la ragazza ora è qui, mi sta toccando, baciando e la sua mano si è infilata nei miei jeans -
Estraniato dal contesto, appoggiato alla pensilina con i glutei contratti, racconta le sensazioni a Camilla, respira la donna e si lascia portare verso sensazioni di folle godimento dimentico di tutto se non di quella voce e di quella mano a cui si abbandona estasiato.
Sente Camilla, la sente avvinghiarsi alle sue stesse emozioni; sente il suo respiro tramutarsi in sospiri sempre più intensi, eco dei suoi soffocati fra i denti ed infine la sente gridare il suo nome mentre l'orgasmo li fonde.
Rivoli di sborra, caldi e viscosi, si riversano copiosi sulla mano della donna dagli occhi verdi mentre il suo corpo è preda del delirio finale.
Riapre gli occhi : la vede ritrarre la mano colma e portarla alle labbra; sembra una gatta selvatica mentre lascia uscire la lingua e si lecca le dita. Vede le sue labbra sporche e la lingua che vi passa sopra avida prima di scendere sulla sua bocca in un lunghissimo bacio da togliergli il fiato.
Il rumore del tram che si avvicina, labbra umide che sanno di sesso che lo abbandonano, il tram che si ferma per un istante, lei che vi sale rapida e sparisce.
Resta a guardare il tram allontanarsi, le gambe piegate dalla violenza del piacere provato, la voce ancora roca:
-Camilla non stavo scherzando, è successo davvero... - È incredulo, lo dice come a cercare in lei conferma di non aver sognato.
-Solo a te Stefano poteva accadere, una sconosciuta che ti masturba in pieno centro a Milano! . Ed io ero con te ... -
La voce è dolcissima, rassicurante, priva di ogni sfumatura negativa.
Un ultimo bacio a Camilla, poi lentamente, ancora frastornato ed incredulo, si incammina verso la stazione.
Impressi per sempre nel ricordo misteriosi occhi verdi in cui naufragare.



Matilde S.

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