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Racconto n° 3831
Autore: Roxyb Altri racconti di Roxyb
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Bianco, rosso, nero e silenzio
T... 31 ottobre 2008

(BIANCO)
Questa notte chiudo gli occhi davanti al pc e ci sei tu.
Non riesco a mandarti via e sento la tua presenza come una catena che mi si stringerà intorno alla vita e poi al collo, soffocandomi.
Forse è arrivato il giorno di raccontarti e, raccontandoti, esorcizzare quest'amore ancora troppo forte. Forte tanto da impedirmi d'amare di nuovo, di vedere Roxy come un'anima libera.
Parlerò di te, di noi; parlerò e pian piano sparirai.
Parlerò del nostro incontro. Di quel luglio caldissimo, tanto caldo da farmi rimanere davanti ad un pc acceso pur di non affrontare la calura serale. Di quella chat che si apre all'improvviso e di quelle chiacchiere per le successive due ore. Sogni, paure e speranze di due persone vagabonde nel mondo. Io che quel giorno avrei dovuto sposarmi, ma vigliacca ero scappata a due mesi dall'altare e tu, libero per scelta...perché non riuscivi a sopportare catene d'alcun tipo, meno che meno emotive.
E la follia di incontrarci subito nonostante i 100 km che ci separavano.
Ricordi il lungomare, quella sera? Nero, lucido, immobile. Io capelli lunghi e sorriso triste(la bestia non mi aveva abbandonato, la psicologa voleva che i miei pasti fossero controllati e che non fossi mai lasciata sola a pranzo)con quell'abito che continuava ad essere troppo largo e la borsa stretta come una coperta, come una barriera contro il mondo. Tu jeans neri e camicia bianca, aria da bravo ragazzo e sguardo che non si soffermava mai sui miei occhi. Tu che raccontavi della tua libertà e ridendo facevi di Califano il tuo idolo. Io che ti avvisavo, non sono buona sai, anzi sono un angelo nero ...ti prego non avvicinarti potrei farti male...so giocare con il cuore degli altri lo faccio per non morire...
Della tua Croma, neppure due ore dopo. Nudi, ansimanti, con le tue dita che s'incastravano nei miei capelli e della voglia infinita che avevi di scoparmi. Della fame che avevo delle tue spalle, delle tue labbra, dei tuoi occhi verdi nei miei occhi scuri.
Della mancanza di pudore, delle risate e del solletico. Dell'indecenza di essere su di te, sudata, con goccioline iridescenti sul mio corpo morbido(la bestia non dormiva neppure in quel momento), mentre lentamente mi muovevo sentendoti morire ad ogni spinta. Della spudoratezza di urlarti il mio orgasmo nelle orecchie, di farti capire quanto mi facessi sentire desiderata, tua...

(ROSSO)
Parlerò di quattro lunghi anni, talvolta pesanti talvolta incorporei, ma sempre vissuti attimo per attimo. Dei nostri viaggi, delle nostre follie. Del mio compleanno festeggiato nel ristorante di Firenze dove poche settimane prima aveva cenato il mitico B.Springsteen. Della notte sul piazzale Michelangelo e di quel 'ti amo' sussurrato mentre mi baciavi. Non ho risposto, lo sapevi... per me non era ancora amore. Eppure quella notte, nel letto, ho fatto l'amore con te. Mi sono donata senza pensare a nulla, indifesa, con l'unica voglia che la tua carne diventasse la mia. Che il tuo corpo si confondesse con me, che la tua vita non si sciogliesse mai dalla mia. E' stato l'incontro perfetto d'ogni centimetro di noi. Le mie labbra alle tue. I miei occhi dentro i tuoi. Le tue mani che stringevano le mie nocche ad ogni spinta del tuo bacino dentro di me. Passione che incontrava amore, fame che incontrava desiderio, Roxy che incontrava Vince. Per una notte intera ho perso me stessa dentro di te e non mi sono mai sentita meglio.
Parigi, Roma, Nizza, casa mia, casa tua. Ecco gli scenari della nostra vita.
Parlerò dei sogni, dei problemi che abbiamo attraversato, delle volte che mi hai stretto a te. Ricorderò le incertezze di non avere lavoro, di non sapere se sarei mai guarita(la bestia era lì in agguato, lo sai è così) di buttarci a capofitto nell'idea dell'hotel. Rivrivrò le nostre feste ed i tuoi compleanni passati a fare l'amore mentre nel mondo impazzavano i dolcetti e gli scherzetti. Riporterò alla mente quel capodanno, quando, ubriaca per colpa dei tuoi amici, ho fatto l'amore con te e neppure lo ricordo e poi ti è toccato mettermi nel letto, in silenzio, mentre i miei dormivano a pochi metri, ignari di te e di cosa fossi nella mia vita. E tutte le volte in cui solo per eccitarti mi sfilavo gli slip sotto il tavolo del pub e ti chiedevo di recuperarmi la borsa. Quando le mani scivolavano sui tuoi pantaloni e la voglia fellona di fare l'amore con te offuscava ogni cosa d'intorno. Eri a tratti perverso e dolcissimo, mentre legata al mio letto mi leccavi instancabile ed instancabile osservavi il mio corpo che iniziava a rifiorire. Lo percorrevi lento con il respiro, lo accarezzavi con le dita, lo possedevi pian piano...oppure mi scopavi sulle scale di casa e mi chiamavi puttana...mi spingevi contro la porta di casa e rimanevamo lì in piedi, incatenati al nostro desiderio, alla nostra indecenza, alla ricerca del piacere che ti dava scoparmi come un animale.

(NERO)
Parlerò delle nuvole che man mano si sono avvicinate. Dell'orizzonte sempre più scuro e dei tuoi silenzi. Del mio amarti sempre più profondamente, in maniera cieca e della bestia che si era ripresentata. Di una parola sbagliata, di un rifiuto a fare l'amore e di un precipizio che avevo rimboccato. Di noi due seduti sul divano, io accoccolata tra le tue braccia e tu in lacrime, perché sapevi che era ricominciato tutto per colpa tua. E quella domanda che girava come un turbine tra noi...- Non lo farai più vero, amore? Piccola dimmi che mangerai di nuovo.Giuramelo -
Ed io giuravo, ma ti odiavo, ti mentivo e poi piangevo. Non ho mai visto piangere un uomo, non ho mai visto qualcuno sentirsi trafitto da un dolore , quello più grande. Ferire chi dici di amare.
Non nasconderò le lacrime ed il dolore, la distanza fra noi. Io che volevo sposarti e tu che avevi paura. Non mentirò a me stessa...dove era il nostro ruzzolare nel letto? Da quanto tempo non ti fermavi da me per dormire e scappavi via appena il film o la pizza era finita. Da quando io non ero più una donna da accarezzare, da desiderare? Che facevi? Scopavi altre o la notte era una mano che sostituiva il calore del mio corpo?
Le pause, le riflessioni, le famiglie che s'intromettono. Le mezze verità e le patetiche bugie.
La voglia di amarsi che non moriva, che lottava per rinascere e che abbiamo fatto rinascere.


(SILENZIO)
E poi il destino. La strada. E noi, che non eravamo più soli, che eravamo due più un qualcosa, due più una metà, due più un quarto, due più i tuoi occhi e le mie labbra unite insieme nei cromosomi.
E poi la notte, e il buio ed il silenzio.
Il vuoto davanti, il baratro. Niente per cui vivere. Neppure me stessa.
Io da sola. Roxy.

Questa è la favola che racconterò. Ma tu devi addormentarti. Se tu non dormi io non potrò alzarmi e staccarmi dal tuo letto. Rimarrò incatenata ad un sogno. E adesso non posso, la bestia è di nuovo dentro di me e stavolta non voglio reagire.
Dormi mio infinito amore e dimenticami. Guardami, se puoi, ed ancora una volta abbracciami.

Roxyb

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