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Racconto n° 4306
Autore: Penelope Altri racconti di Penelope
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Routine
Silenziosa ogni notte nel dormiveglia mi masturbo.
Nulla di male, perché dovrebbe essere un problema? Lui è lì accanto a me, abbiamo già fatto l'amore ed è notte fonda.
Nei pensieri leggeri del sogno mi vengono lucidi flash.
Vedo distintamente l'ultima penetrazione che mi ha regalato qualche ora prima, sento il suo respiro forte e i miei gemiti.
Rivivo la sensazione  calda di  quando affonda  e quanto vibri il mio desiderio di stringere attorno a lui. Di succhiarlo anche con quella profondità come ho fatto prima con la bocca.
 
E' come una magia che si ripete. Reale quanto lo è stata quella fisica.
Sento il suo sesso che scivola e mi bagno. Non posso dire che sia meglio dell'essere presa realmente, ma di sicuro non ha nulla da invidiare .
Mi si muove il bacino, l'immagine distinta del suo pube contro il mio.
Le pelli che si toccano, il calore che inizia a diffondersi.
 
Vengo velocemente. Una soddisfazione piccola, intensa e liquida si contrae velocemente e poi mi addormento.
Chissà come sarebbe se lui si svegliasse, se sul serio mi riprendesse di nuovo.
 
Notte dopo notte si ripetono situazioni simili.
Ormai è una piacevole routine, condividere con qualcuno delle ore  di passione eccitante e poi riviverla da sola.
 
Ma il compagno di una notte mi sorprende.
 
Sono sfinita, la giornata è stata lunga e  quando due corpi si incontrano le prime volte non smettono mai di esplorarsi, frugare e scoprire.
Affascinante qualsiasi particolare che  differenzia ogni amante  dagli amanti precedenti.
Lui ad esempio.
Delizioso come china la testa per ascoltare il mio corpo.
L'irrevocabile forza con cui mi infila le dita nella fica e non si fa pregare se gliene chiedo tre.
Sorprendente quanto non abbia dubbi su quello che vuole farmi, su come si spinga dentro senza esitare e quanto decida di farmi godere.
 
Sono sicura che da vestito non era così. Non dava l'idea di mettere le mani addosso alle donne in quel modo, di mordere, di avere un istinto così forte.
Da vestito neppure sembrava così potente e rispettoso
Da vestito non lasciava trasparire l'energia che vedo ora.
 
Mi prende, mi gira, mi scopa ovunque e non posso fare altro che provare piacere.
Il cuore mi batte sulle tempie e non ho nessuna intenzione di trattenere mugolii o gemiti.
E' piacevole anche per me sentirmi urlare. Quindi perché non dovrebbe esserlo per lui?
Ogni tanto vado in apnea e mi sussurra di respirare. Ma lui ha mai provato a respirare profondamente quando il ritmo ti prende tra le gambe e ti trascina via ?
Mi dice che mi ha  riempita ovunque ed è vero.
Come si fa  a respirare profondamente quando stai implodendo e non riesci a stabilire un limite tra quello che effettivamente senti, quello che sta accadendo e tutta la sensazione che è fuori di te e riempie la stanza?
Non mi bastano i gemiti le urla. Non mi basta godere una volta. Non mi basta neppure averlo accolto ovunque.
Tutto rimbomba e fa eco all'impazzata. Non ci sono appigli e non ci sono riferimenti.
Tutto quello che può immaginare di farmi è lecito e godibile. Tutto quello che ho voglia di fargli io è un piacere fantasioso.
Ogni lembo di pelle è toccato, leccato, strusciato.
Le mie labbra vogliono correre ovunque e pretendono di essere soddisfatte.
La gola mi brucia, l'attesa che sempre  accompagna paziente il movimento del corpo, diventa una sofferenza.
La sofferenza piacevole di chi ha la certezza di una nuova esplosione dopo che la voglia è montata: la testa di nuovo in tilt il respiro di nuovo in apnea.
Di nuovo la sensazione di possedere qualcuno e di essere posseduta. Lui che spinge io che accolgo.
Prendo e lascio prendere, qualsiasi cosa.
Le dita che si intrecciano e stringono quando infila il suo desiderio forte nella mia voglia morbida. Per un attimo incrociamo gli sguardi, agganciamo l'anima e poi il sentire prende spazio.
Le sue mani mi stringono forte i fianchi dopo avermi fatto girare, sento le dita distinte sulla mia pelle. Mi portano lente vicino al suo corpo.
Mi riprende di nuovo dietro. Piccole parole nei movimenti .
 
Dicevo che sono sfinita. Lo è anche lui e ci addormentiamo.
La routine vorrebbe che un paio di ore dopo ricordi da sola le immagini  vissute in quella sera d'amore.
Dormo da poco più di un'ora e mi rendo conto che io non mi tocco così.
Le mie dita non mi si infilano nel culo per farmi godere, la mia testa è in mezzo ad un altro corpo, la bocca è già riempita di sesso.
O la mia immaginazione questa volta è così potente da darmi sensazioni cosi nitide e vere?
Non voglio svegliarmi.
E' come se avessi la grazia di poter godere all'infinito se rimango lì nel dormiveglia.
Vedo solo i profili del corpo nella penombra che entra da fuori. Sono al limite della coscienza: una terra di nessuno .
Una mano mi spinge  la testa con forza sensuale e decisa.
Non ho nessuna intenzione di muovermi da lì, non sarebbe necessario avere delle dita che accarezzano e premono  tra i capelli, ma è affascinante sentirsi guidata.
E' piacevole succhiare, piacevole il senso di pieno, piacevole la lingua che corre lungo i contorni del cazzo.
Non c'è nessuna ragione perché io possa anche solo immaginare di spostarmi da quella posizione.
Lo stesso ritmo tra le labbra della mia bocca e quelle della vagina.
Il suo sesso nella mia lingua che scivola e scorre, le sue dita che s'insinuano più a fondo e poi ritornano tra i contorni della mia voglia.
Vengo ancora.
Come un regalo speciale, tra il sogno, l'immaginazione e non ha confini di tempo o contorni tangibili.
 

Penelope

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