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Racconto n° 5106
Autore: Dado Vago Altri racconti di Dado Vago
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Il debutto di May
Scendo le scale di corsa e salgo in macchina come una furia. Nemmeno il tempo di fare conoscenza con la mia nuova partner, che si catapulta al mio fianco. Partiamo a sirene spiegate mentre la voce gracchiante della radio ci indica la destinazione.
Premo a fondo l'acceleratore: forse stavolta li prendiamo e vale la pena rischiare.

All'improvviso un colpo violento, rumore di vetri rotti e la macchina che ruota su se stessa e si ferma violentemente contro dei cassonetti: ci stavano aspettando e ci hanno speronato. Mentre riapro gli occhi sento un'auto sgommare: ormai sono andati. La mia partner è esanime al mio fianco. "Cazzo... primo giorno di servizio... non so nemmeno come si chiama".

La stendo sull'asfalto e le faccio la respirazione bocca a bocca come mi hanno insegnato nel corso di pronto soccorso. Non pensavo che mi sarebbe servito. Le sue labbra carnose, l'alito fresco rendono il compito piacevole, ma sono preoccupato. Per fortuna dopo poco si riprende e mi guarda intontita. Solo in quel momento noto gli occhi scuri, la pelle chiara e i capelli neri corti e ben curati. Non avevo avuto tempo di notare quanto fosse bella.

Mi guarda confusa e impaurita.
"Ci hanno sparato?" mi chiede.
La guardo sollevato. "No...ci hanno speronato i bastardi... ci è andata bene. Come ti senti?"
Fa un sospiro profondo, si mette il volto fra le mani dice: "Come se fossi uscita da un frullatore.."

Mi getta le braccia al collo e mi stringe, soffocando un singhiozzo. Sento i suoi seni premere sul mio petto: non li avevo notati sotto la divisa. Le accarezzo dolcemente i capelli e le sussurro "May..va tutto bene, capito? non è successo niente".
Mi guarda imbarazzata e mi dice grazie con gli occhi.

Mentre torniamo in centrale, con la macchina ammaccata, penso che una partner così giovane e inesperta non sia una buona cosa. Sto lavorando ad un caso pericoloso e non possa fare da balia a nessuno. Ma allo stesso tempo non riesco a non essere contento: Il sapore delle sue labbra, quei seni che per un attimo hanno sfiorato il mio corpo... E poi c'e' quello sguardo un po' smarrito ma così attraente.

In Centrale gli sfotto' non mancano: sempre cosi' quando demolisco una macchina.
"Ehi, Nik!!! TI sei distratto a guardare le tette della partner stavolta?? "
Rido nervosamente e lo mando amichevolmente a quel paese.
Non può sapere che non mi sono distratto per le sue tette... ma che ci sto pensando proprio in questo momento..

Una breve visita di controllo in infermeria e poi vado al mio armadietto: la trovo li' ad aspettarmi.
"Volevo ringraziarti e scusarmi per prima" mi dice con voce imbarazzata.
Mi avvicino sorridendo. "Non devi scusarti. Non potevi fare nulla, è stato tutto improvviso. Sei andata bene. E poi.."
La frase rimane a mezz'aria mentre le use labbra premono contro le mie e mi abbraccia forte. Sento nuovamente i suoi seni premere contro di me. La stringo forte e mi godo il suo alito fresco, le labbra morbide. Le nostro lingue si avvinghiano frenetiche.

Le mia mani scivolano sui suoi fianchi e risalgono a cercare i seni. Li sento quasi pulsare.
Ci fermiamo occhi negli occhi con sguardo teneramente complice.
Si ritrae imbrazzata e farfuglia uno "Scusami, non so perchè.." e questa volta sono le mie labbra a zittirla. So che non dovrei, e sarebbe imbrazzante farsi scoprire dai colleghi. Ma è una strana mattinata e non ho voglia di farmi domande.

Dopo quello che mi sembra nemmeno un minuto ma forse è stata una buona mezz'ora ci ricomponiamo, un po imbarazzati. Lei si allontana sorridendo, lasciandomi solo davanti al mio armadietto, con una inutile erezione .

Me ne vado a casa con in testa una serata tranquilla. L'incidente mi ha lasciato leggermente intontito. E mi piace l'idea che domani rivedrò May.

Ma stasera ho bisogno di riposo. E poi voglio studiare un po' di carte del caso.
Eh si. Ci sto lavorando da mesi e sono ancora ad un punto morto. La soffiata di oggi ha avuto come unico esito un'altra auto distrutta.

Steso sul divano faccio pigramente zapping quando arriva un messaggio: "Posso salire?". Non guardo nemmeno il mittente: non può che essere Robert:: avrà saputo del casino di oggi e sarà venuto a consolarmi. Rispondo subito "Sali solo se hai portato le birre :-) ".


Socchiudo la porta di ingresso e mi lascio andare nuovamente sul divano. Quella vecchia canaglia di Robert conosce la casa a menadito.
Sento un runore di passi, ma non è quello che mi aspetto.

"Ma che cazzo Robert. hai messo i tacchi??" gli urlo dal divano.
Mi giro e sulla porta vedo May, che mi guarda disorientata.

"Scusami... pensavo fosse un mio amico...ma che ci fai. ehm entra entra..accomodati"
Mentre farfuglio parole di accoglienza a caso cerco di darmi un contegno, mi aggiusto la maglietta al meglio e ringrazio il cielo di non essere in mutande.

Appoggia la borsa per terra, come per liberarsi di un peso, e mi dice "Perdonami l'improvvisata....ma proprio non riuscivo a stare da sola stasera... è stata una giornata strana.."

"eccome.." dico io mentre guardo i suoi occhi scuri e dolci, il seno bellissimo nascosto sotto ad un maglioncino sottile, le labbra che già mi mancano.

Si avvicina e mi abbraccia di nuovo. Speravo che lo facesse. Questa volta la bacio subito io, con violenta dolcezza. La sua lingua mi cerca con foga, come un naufrago cerca lo scoglio.

Le mia mani tornano sui seni, questa volta passando sotto la maglietta. Il sottile reggiseno nulla puo' contro le mie dita che iniziano ad accarezza i capezzoli. Sotto le mie dita li sento turgidi e freschi. Li pizzico leggermente strappandole un gemito di piacere.

Capisco da come mi mordicchia la lingua e si struscia che è molto presa. LA mia mano scivola dolcemente sulla sua pelle candida e arriva ai Jeans. Troppo stretti per le mie dita. Rimango li' indeciso un attimo ma poi prendo coraggio.
Slaccio i primi bottoni e scopro gli slip. Sento sui polpastrelli un cotone soffice e pulito.

Le sue mani giocano fra i miei capelli e il suo corpo si stringe al mio. Infilo la mia mano negli slip e incontro una peluria fine. Con le dita accarezzo dolcemente il pube...e poi avanzo dolcemente...fino a immergerle nel suo sesso umido. Stringo con forza il suo sesso provocandole un mugolio di piacere.

Mi slaccia frettolosamente la camicia, quasi strappandola mentre le mie dita la penetrano con decisione. La sua bocca addenta un capezzolo creandomi una strana sensazione di dolore seguita da piacere.

Ci ritroviamo sul pavimento dove lei prosegue l'esplorazione del mio petto. Rapidamente ci strappiamo gli abiti di dosso e ci ritroviamo avvinghiati pelle a pelle.

Si siede su di me e inizia a strofinarsi sul mio petto mentre con i piedi fa forza contro le mie orecchie. Le afferro con forza le natiche agevolandole il movimento regolare del sesso contro il mio petto. Lei si aggrappa ai miei fianchi per strofinare con maggior forza facendomi sentire le unghie nella carne.

Si ferma per un attimo, quasi a riprendere fiato e poi avanza e mi appoggia delicatamente la fica sulle mie labbra, mentre con le mani mi stringe la testa. Sento i suoi umori colarmi sul viso, mentre la vedo gonfia, pulsare di piacere.
Inizio a passare la mia lingua su quelle labbra tremolanti e grondanti. Mi piace il gusto leggermente salato. Con i primi due colpetti lei inizia a gemere più forte. Affondo sempre di più la lingua e la sento premere sulla mia bocca come a chiedere più profondità.
Con la punta della lingua le accarezzo le pareti interne aumentando ancora di più i suoi mugolii di piacere. Mentre continuo a leccare, mordicchiare, succhiare ebbro dei suoi umori sento il suo corpo percorso da brivid sempre più frequenti e intensi, fino a quando con un gridolino rauco raggiunge l'orgasmo. Mi preparo a cambiare posizione ma le rimane ferma e continua a tenermi la testa con le mani e a strofinare delicatamente il sesso sulla mia bocca.
Poi a spingerlo contro con forza, costringendomi ad aprire tutta la bocca.

Sento i suoi umori scivolarmi bocca e mescolarsi con la mia saliva. Poi ad un tratto un fiotto caldo mi entra in bocca. Sorpreso ho l'istinto di sputarlo fuori ma le sue mani mi bloccano la testa e non riesco. E allora inizio a capire. Poi un altro fiotto, che mi costringe a deglutire. Se ne accorge e geme con piacere. Continua a strofinare delicatamente mugolando e io riprendo a leccare con dolcezza. Un altro fiotto abbondante mi investe.

Cerco di sputarlo fuori ma nuovamente con decisione mi fa capire che non mi sarà permesso.
"Hai capito la timidina..." penso fra me e me. Non mi ero mai trovato in una situazione simile, inusuale per me. Ma un sottile piacere inizia pervadermi.Per la prima volta non sono io a condurre ma è lei addirittura a costringermi.

Un altro fiotto più abbondante, che stavolta cerco di accogliere.
"Lecca, succhia.." mi dice con voce roca..poi una ltro fiotto..
Improvvisamente si alza mi fa appoggiare con la schiena contro il muro per poi repentinamente appoggiare di nuovo il sesso sulla mia bocca.
"Apri, apri bene.." mi sussurra vogliosa.

E poi inizia a intervalli a svuotarsi dentro di me, con dolcezza ma anche energia ogni volta che ho l'istinto di girare la testa. "Lecca e succhia... non smettere... mentre mi svuoto" mi sussurra più volte... e io obbedisco. Trovo strano, salato ma non sgradevole il suo sapore.
E mi lascio fare, mentre mi eccito sempre di più.

Finchè le si accascia su di me...ansimante. Mi pulisce la bocca con il polso, dolcemente e incomincia a baciarmi prima con foga, poi sempre più dolcemente. La sensazione delle sue labbra contro le mie mi accompagna mentre scivolo in un sonno profondo.
Quando mi risveglio le non c'è più. Mi rimane il suo sapore fin nella gola.

Dado Vago

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