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Redazione di RossoScarlatto
L'occasione è quella dell'uscita del suo ultimo romanzo,
che lei stessa definisce liberatorio. Il titolo lascia presagire
un viaggio psicologico a ritroso, come a voler rivivere la stessa
vita col senno del poi.
È inutile ripetere la presentazione di una autrice che si
definisce "donna senza fronzoli" e la curiosità
mi spinge a saperne di più di "Background".

Redazione: sei nata a Kaliningrad nel primo giorno di primavera
del 1990, figlia di una donna siciliana e un ufficiale russo di
Marina, proprio nel periodo di transizione tra l'Unione Sovietica
e la Russia. Quali sono le tue vere radici?
Izabel
Nevsky: mi sento figlia di Kaliningrad che un tempo portava
il nome di Königsberg, città natale di Kant e anche
la più occidentale della Russia. È sempre stata un
mondo a parte, completamente diverso da tutto il resto. Di quei
giorni non ricordo ovviamente nulla, se non la grande euforia collettiva
che ne seguì per alcuni anni. Data la posizione di mio padre,
la mia infanzia è stata per ovvi motivi privilegiata e fino
al termine della pubertà ho goduto di una libertà
illimitata. I problemi sono arrivati quando ho smesso di essere
una bambina e ho cominciato ad avvertire le prime pulsioni sessuali.
Da quel momento in poi sono stata controllata a vista.
Redazione: Nonostante tutto, da come si evince dai tuoi
diari tradotti dal russo della serie "Fragole",
non si può certo dire che ti siano state precluse la prime
esperienze trasgressive.
Izabel Nevsky: se ti riferisci a Boris, quello è
stato il primo vero approccio col sesso condiviso, prima ero sempre
riuscita a bastare a me stessa. Passavo davanti al suo bar ogni
giorno e le battute che si permetteva sul mio conto, seppur mitigate
dalla mia ingombrante paternità, mi facevano sentire adulta
e desiderata.
Redazione: che tipo di battute?
Izabel Nevsky: tradotte in italiano perderebbero il senso
originale. Posso dire che riguardavano il mio modo di sculettare
sulla spiaggia, unite al frutto della sua immaginazione nei miei
confronti.
Redazione: e la storia dell'abito bianco che tanto desideravi
e che hai avuto da lui?
Izabel Nevsky: se provo a indagare nelle mie farneticazioni
di quei momenti, ho l'impressione che volessi principalmente farmi
vedere nuda da Boris; una forma infantile di rivalsa per dimostrargli,
senza ombra di dubbio, che le sue provocazioni erano arrivate a
destinazione. Il suo interesse becero per me, il primo di un uomo,
e l'agitazione che mi faceva sentire dentro erano il segnale inequivocabile
che non ero più una ragazzina. Il resto è arrivato
come un gioco proibito senza che nulla fosse programmato.
Redazione: In questo nuovo libroi torni spesso a elaborare
i ricordi, un usus scribendi già presente nei due
ultimi romanzi ambientati in Sicilia. Ti manca il passato?
Izabel Nevsky: Mi fa piacere ricordarlo perché mi
permette di comprendere e valutare i miei cambiamenti, specialmente
nel modo di approcciare la sessualità. Molte delle figure
con cui ho condiviso i miei momenti di follia sono ancora in contatto
con me, mi seguono attraverso ciò che scrivo e sono i primi
ad acquistare il nuovo romanzo appena viene pubblicato. Tengo molto
al loro parere.
Redazione: allora è vero che i legami di sesso non
si sciolgono mai?
Izabel Nevsky: questa considerazione vale soltanto per coloro
che hanno lasciato un segno indelebile nella mia vita e sono davvero
pochi. Se fossero più numerosi venderei più copie.
Redazione: aspettavo questo momento con trepidazione per
arrivare al punto cruciale e chiederti del protagonista maschile
di "Background". Sei ancora perdutamente innamorata
di lui nonostante la lontananza e la differenza d'età?
Izabel Nevsky: lo amo almeno quanto lo odio. Adoro la sua
presenza, seppure diluita nelle lunghe distanze e non sopporto quando
lo cerco e non mi risponde, oppure sparisce all'improvviso. Non
ho mai sofferto di solitudine, ma ogni volta che ci incontriamo
e poi se ne va, avverto un vuoto incolmabile.
Redazione: non vi vedevate da molti anni?
Izabel Nevsky: in realtà ci siamo incontrati alcune
volte a pranzo o a cena con amici, ma ero sempre accompagnata e
non si è mai permesso di invadere la mia relazione. E io
la sua.
Redazione: in questo romanzo però lo ha fatto e anche
in modo molto pesante e discutibile. Ha capito che la proposta di
scattere nuove foto per la nuova copertina fosse una scusa?
Izabel Nevsky: la situazione adesso è cambiata e
un'intera settimana passata sotto le luci di uno studio fotografico,
col ricordo emotivo della prima copertina di "Fragole",
ha sconvolto ogni equilibro. È come se il tempo si fosse
arrestato, o attorcigliato su se stesso sovrapponendo sensazioni
apparentemente perdute e quelle che volevo rivivere.
Redazione: in un passaggio del romanzo ti lasci andare nella
constatazione che, pur trascinandoti nella parte più piccante
del sesso, ti ha salvato da qualcosa di peggio. Posso sapere cosa?
Izabel Nevsky: vivevo a Milano, frequentavo l'università,
mia madre mi elemosinava il denaro necessario e, per potermi permettere
qualche sfizio, posavo per dei workshop fotografici mezza nuda.
Finchè erano dei ragazzi restava tutto sotto controllo, quando
invece la voce si è sparsa e sono arrivate persone più
adulte, le offerte di andare ben oltre erano all'ordine del giorno.
Non mi riferisco alle solite richieste di aprire le gambe ai loro
sguardi, ma di inviti espliciti a seguirli per un servizio privato
in una stanza d'hotel, dietro lauto compenso ovviamente.
Redazione: le hai mai accettate?
Izabel Nevsky: ho sempre scelto io con chi fare sesso e
in quel contesto ho sempre declinato ogni offerta perché
mi sentivo usata. Mark è arrivato nel momento in cui le pressioni
esterne e la mia situazione economica stavano peggiorando e ha dato
una svolta positiva alla mia vita.
Redazione: in cambio di se stesso? Perdonami la domanda.
Izabel Nevsky: non ha preteso mai nulla che non volessi
già concedergli. Non nego che in certe occasioni siamo andati
troppo oltre, ma faceva parte di un gioco che mi è sempre
piaciuto e mi piace ancora.
Redazione: come in quella cena sul lago di Como? Non racconto
altro per non togliere ai lettori il gusto di scoprirla nel romanzo.
Izabel Nevsky: è stata l'unica volta in cui abbiamo
davvero discusso. Credo di avergli lasciato dei graffi ben visibili
e profondi sulla schiena.
Redazione: per lasciargli dei graffi sulla schiena dovevate
essere in una posizione che potesse permettere una tale azione o
reazione.
Izabel Nevsky: le battaglie si fanno in ogni luogo, ma la
pace si fa sempre a letto!
Redazione: e il ragazzo arrivato dall'Olanda per te? È
stata una delle sorprese che hai voluto inserire nella trama?
Izabel Nevsky: la mia permanenza a Harlingen per le scuole
superiori doveva essere un modo per tenermi lontana dalle tentazioni
(parole di mia madre), ma la figlia della signora che mi ospitava
in Olanda era la ragazza più tettona e porca che avessi mai
conosciuto. Devo a lei la scoperta di molti piaceri che nemmeno
immaginavo esistessero. Non avevo un ricordo nitido di Tomas, ma
era perfettamente al corrente dei miei trascorsi in Olanda; solo
per il fatto che sia venuto a trovarmi per il workshop andava premiato.
Redazione: è risaputo che ti piacciono i ragazzi
giovani e gli uomini abbastanza adulti, perché?
Izabel Nevsky: come ho già avuto modo di affermare,
non sono una maniaca, mi assicuro sempre che siano consenzienti
e abbiano raggiunto l'età della ragione. Detto questo mi
fa impazzire l'idea di sconvolgere la loro falsa innocenza, esattamente
come Boris ha fatto con me la prima volta. Dell'altra categoria
apprezzo la testa, la capacità di scovare il grimaldello
giusto che apre tutte le mie porte, nessuna esclusa.
Redazione: ritieni che in "Background"
tu sia andata troppo oltre nelle confessioni, svelando retroscena
che nei precedenti romanzi avevi nascosto al pubblico?
Izabel Nevsky: è un quesito che mi sono posta troppo
tardi e alla fine non me la sono sentita di tagliare le parti incriminate.
Col senno di poi avrei preferito non rovesciare completamente il
cassetto del mio immaginario erotico in questo romanzo, ma ormai
il danno è fatto.
Redazione: dopo tutto quello che hai precedentemente raccontato,
c'è davvero qualcosa che ancora ti imbarazza? Mi riferisco
anche alla tua passione per il menage a trois.
Izabel Nevsky: non è una passione, ma un desiderio
recondito di abbondanza. Fare sesso con due uomini non è
di per sé imbarazzante, lo è il modo in cui ci si
concede e la maniera in cui si chiedono, supplicano o pretendono
certi atteggiamenti. Non ho mai avuto alcuna inibizione; se escludiamo
le pratiche sadomaso e altre porcherie, non credo di avere nessun
impedimento a trarne la massima soddisfazione. Nella cultura dell'est
il sesso è piacere e non peccato. Devo ammettere che volte
sono portata a esplorare la parte più golosa dei miei desideri
e allora può accadere che queste scelte si paghino di conseguenza.
Redazione: puoi essere più esplicita?
Izabel Nevsky: se alcune pratiche diventano ricorrenti,
bisogna chiedersi fino a che punto si può ancora andare oltre.
L'istinto umano ci porta sempre più lontano e può
accadere che si perda la strada del ritorno. Nel sesso questo rischio
viene elevato alla massima potenza e può sfociare in qualche
specie di dipendenza. Per mia fortuna ho la capacità di fermarmi
a riflettere e cerco di dosare queste esperienze..
Redazione: In questo nuovo romanzo l'oltre di cui accenni
si percepisce nitidamente. Perché ti sei lasciata convincere
a parlarne?
Izabel Nevsky: perché sono un'inguaribile esibizionista
e godo nell'appagare le voglie altrui, anche quelle di cui dovrei
vergognarmi. Ciò che mi piace ribadire è che il mio
atteggiamento non può definirmi una ragazza facile, semmai
è vero il contrario perchè difficilmente incontro
qualcuno se non ho già deciso di aprirmi a nuovi stimoli.
Redazione: Non ti sei mai pentita di aver accettato delle
situazioni troppo estreme?
Izabel Nevsky: è sempre meglio pentirsi che avere
rimpianti. A parte la battuta mi sono sempre concessa situazioni
che sapevo di poter controllare. Se a volte è capitato che
si superasse il limite, ero sicuramente consenziente, oppure addirittura
trascinante.
Redazione: sei una donna elegante, affascinante, sicuramente
sensuale, ma anche se nelle fotografie appari in modo innocente,
dalle tue storie emerge una figura spregiudicata, completamente
succube del desiderio, in special modo quello più trasgressivo.
Come riesci a mantenere separate due parti di te così contrastanti?
Izabel Nevsky: il mondo fotografico trasforma i soggetti
in nuove identità, simili a quelle che il mondo dei social
pretende e vuole vedere. Se mi incontrassi durante la settimana
mentre vado in ufficio, non ti accorgeresti di me, esattamente come
accade per tanti altri. Basta un po' di trucco e un abito particolare
per sentirsi diva, ma sotto quelle spoglie ci sono sempre io. Lo
stesso vale per le due personalità che mi vengono attribuite,
come se una ragazza (perché è così che mi vedo)
non potesse vivere le sue pulsioni sessuali e nel contempo avere
una propria vita normale come tutte le altre.
Redazione: la tua normalità appare in modo prepotente.
Sei sicura di non giocare con la visione esterna che gli altri hanno
di te?
Izabel Nevsky: io sono così: una ragazza come tante
che non si fa scrupolo a vivere le proprie trasgressioni in modo
completo. La sostanziale differenza è che io le racconto,
ma non credere che nei locali notturni delle grandi città
non accadano le medesime situazioni.
Redazione: cambiamo discorso, la Sicilia sembra ispirarti
particolarmente.
Izabel Nevsky: lì sono la "straniera",
quella che va in spiaggia senza costume e si rasa il pube "perché
è puttana dentro e le piace farla vedere". In "Rosa
e le sue spine", "Sicilian story" e in
"Remember" ho raccontato queste dinamiche che sembrano
uscite da un vecchio film in bianco e nero, invece rappresentano
la vita ordinaria di un paese fuori dal mondo. Non c'è ragazzo,
marito o vecchietto che non vorrebbe mettermi a carponi e immaginarmi
nella sue fantasie più audaci. Da qualche anno hanno cominciato
a leggere i miei romanzi perché l'edicola del paese accanto
li acquista su Amazon e li rivende a prezzo maggiorato. Ogni volta
che vado in vacanza, il mio arrivo si trasforma in un evento e non
posso certo negare che mi piaccia questa attenzione latente, una
voglia morbosa che respiro nell'aria e che mi stimola i sensi. È
ovvio che in questo contesto sia più facile che accadano
certe dinamiche.
Redazione: come immagini che reagiranno i lettori di "Background"
alle rivelazioni che hai taciuto nella trama dei testi precedenti?
Izabel Nevsky: di qualche remora mi ero già liberata
in "Donne in amore", una decisione che ha trascinato
il rapporto con la mia compagna al limite di una rottura permanente.
Il resto non era certo un peso sulla coscienza, avrei preferito
tenerlo per me, ma la situazione mi è sfuggita di mano. Una
volta svelato sarebbe stato stupido cancellarlo dalla stesura, quindi
penso che mi perdoneranno.
Redazione: un'ultima domanda, forse la più difficile:
si intuisce chiaramente che le parole forti, volgari, pronunciate
in quei momenti non ti dispiacciono affatto, anzi, ti stimolino
particolarmente. Ritieni di impersonare davvero quegli epiteti nella
tua vita sessuale?
Izabel Nevsky: credo che in fondo il sesso sia una grande
finzione, certamente appagante, ma che rappresenti una trasposizione
di se stessi in una stanza buia, dove tutto è lecito finché
non torni la luce. Mi eccita la consapevolezza di essere ciò
che il partner o i partner bramano in quel preciso momento e se
vogliono che assuma le vesti di una nota città dell'antica
Grecia, sono pronta a soddisfarli pienamente.
Redazione di RossoScarlatto
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