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Racconto n° 1018
Autore: Onami Altri racconti di Onami
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Formentera
Strano essere qui a raccontare di quell'estate, è come fare un'immersione nei ricordi e nelle sensazioni, sono passati dieci anni eppure c'è un qualcosa che mi lega indissolubilmente a quei momenti e quelle splendide serate.
Pigrizia, la solita pigrizia mi stava bloccando a Milano, non so... è come quando ti costa scegliere cosa fare dove andare.... in quei giorni non avevo voglia di organizzare le vacanze e ogni volta che ci pensavo non riuscivo a trovare qualcosa che realmente mi intrigasse.
La sera vagavo per Milano senza meta e anche i posti poco a poco stavano chiudendo lasciando i pochi milanesi senza posti dove trovarsi. La telefonata di Carlota, una mia amica spagnola, fu la vera sorpresa: - Vieni 15 giorni a Formentera, non hanno mai fatto male a nessuno; ho affittato una grande casa insieme a dei miei amici stranieri che vogliono divertirsi ma andranno via un po' prima e ci lasceranno la casa vuota per una settimana. Non fare il pigro, ti aspetto...-
Sarà stato il tono di voce allegro e scanzonato, sarà stata la voglia di vederla dopo un po' di tempo lontani, non lo so... ma il giorno dopo alla stessa ora della telefonata stavo atterrando ad Ibiza.
Quell'aeroporto è sempre uguale, un gran ribollire di gente che arriva e che parte: famiglie, ragazzi di ogni parte del mondo, vecchi hippy che vengono a passare tutta la temporada rincorrendo vecchi ricordi sotto la grande scritta Eivissa Ibiza bianca su sfondo giallo. Il taxi mi porta di corsa al porto e subito mi si avvicinano i ragazzi delle discoteche che mi propongono entradas a poco per l'Amnesia e il Pacha.
Riesco a prendere l'ultimo traghetto veloce per puro miracolo. Mi lascio cullare dal mare guardando le mille luci dell'isola sparire facendo posto alle poche luci di Formentera; man mano che ci si avvicina al porto riconosco i posti a me familiari: Espalmador, Illetas, il Blu Bar, e poi il profumo, il profumo delle piante dell'isola che mischiato a quello del mare ti fa capire immediatamente di essere finalmente in vacanza. Al porto di Formentera c'è lei... Carlota.
Come la prima volta che l'ho vista è seduta su un motorino scassato e mi lascia senza parole con sorriso splendido... non so come spiegarlo, gli occhi sorridono, la bocca sorride... Ci conosciamo da tantissimo, abbiamo passato due estati insieme quando eravamo più piccoli, uno dei primi grandi amori, e da quel giorno siamo rimasti come fratelli.
Una delle cose che mi è sempre piaciuto di Formentera sono le strade che la percorrono, caldi serpenti di asfalto che si riposano di notte rilasciando il caldo che hanno assorbito durante il giorno, un continuo contrasto il cemento che convive con i muri di pietra secca e la pace e il buio che improvvisamente vengono squarciati da gruppi di motorini con gente che grida rincorrendosi come in una giostra o in un lunapark.
La casa di Carlota è sempre il solito casino: gente che viene e gente che va, è una splendida finca vicino al mare tra i pini, ci si arriva passando per un piccolo sterrato che si srotola nel bosco come i sentieri incantati delle favole. Nel patio Carlota mi presenta i suoi amici: due modelle inglesi, Jenny una sua amica di college americana con cui saremmo rimasti la settima dopo, Jaime un vecchio pittore e tre ragazzi argentini di cui uno, Esteban, molto gay e simpaticissimo.
Mi divertiva la situazione, mi è sempre piaciuta l'idea di trovarmi con gente diversa, dalla diversità si impara o comunque ci si arricchisce, e in quella casa ognuno aveva da raccontare il suo punto di vista e questo la rendeva speciale.
La settimana trascorse veloce e spensierata tra cene fuori, serate pazzesche ad Ibiza, giornate dormendo nudi sulle spiagge tra Illetas ed Espalmador. Ero felice e rilassato, avevo Carlota con me e sebbene avessimo un rapporto da vecchi amici assolutamente senza sesso non sentivo l'esigenza di mettermi alla ricerca di nessuno; mi piaceva il clima che si respirava, era strano, assoluta libertà di costumi senza tuttavia dare fastidio a nessuno. Le stanze sempre aperte aumentavano la sensazione di libertà di quella casa incantata e i discorsi serali sdraiati sulle amache fumando dell'erba buonissima incoraggiavano a lasciarsi andare. Era splendido tornare a casa dalla spiaggia, farsi la doccia insieme nel patio e guardare il vecchio Jaime dipingere le gemelle stese nude sul lungo divano letto o sentire Carlota chiacchierare con il simpaticissimo Esteban a riguardo dei ragazzi visti in spiaggia.
Di sera più di una volta si tornava a casa in un numero maggiore dei reali abitanti e si sentiva o si vedeva la gente fare l'amore nelle proprie stanze o sui cuscini della terrazza.
Il lunedì quando tutti partirono la casa sembrò enorme per noi tre, ma il clima non cambiò se non per la decisione presa in spiaggia oziando di fare una settimana di relax senza nottate a Ibiza. La sera decisi di invitare le mie due amiche fuori a cenare e lì raccontammo a Jenny tutta la storia mia e di Carlota; una serata speciale, una di quelle sere dove ti sembra che il mondo si sia fermato per tenerti compagnia e creare atmosfera, stelle, grilli e tutto il necessario.
A Carlota brillano gli occhi quando parliamo di noi da piccoli e diventa ancora più bella, Jenny ci chiese se fosse mai successo qualcosa tra di noi negli anni successivi e le spiegammo che in questo momento c'era un qualcosa di magico che ci teneva legati, un qualcosa che ci permetteva di vivere le nostre vite senza dimenticarci le cose belle successe. Tornando a casa in motorino Carlota mi sussurrò - grazie - all'orecchio... grazie.... ero io che dovevo ringraziare lei, per avermi convinto, per tenere a me cosi tanto, per i sorrisi che mi regalava e la nostra complicità.
A casa la piscina illuminata e il caldo che non accennava a smettere ci invitarono a buttarci, i pochi vestiti vennero tolti velocemente e dopo poco eravamo di nuovo nudi.
Jenny e Carlota si assomigliavano: entrambe con i capelli scuri, Carlotta alla spalla o leggermente più corti, Jenny più lunghi, la prima leggermente mossi la seconda perfettamente lisci. Anche i fisici si assomigliavano, entrambe con carnagione scura, un fisico molto slanciato e con poco seno. In acqua tra qualcosa da bere e qualcosa da fumare continuammo a parlare degli amori di infanzia e quella sera facendomi una sorpresa Carlota mi raggiunse nel mio letto.
Fu strano ma non per questo meno dolce, non facemmo l'amore: ci addormentammo abbracciati come la cosa più normale del mondo come se mai ci fossimo allontanati. La mattina quando le cicale mi svegliarono la guardai, la luce entrava dalla porta aperta e colpiva la sua schiena abbronzata e dolce nella sua curva, era splendida... forse più bella di quando ci eravamo messi insieme.
Anche Jenny dormiva e così preso il motorino mi decisi ad andare a comprare il giornale e i croissant in un piccolo bar di San Fernando. Al ritorno in gran silenzio preparai due vassoi con la colazione e senza svegliarle li appoggiai di fianco ai rispettivi letti con un biglietto: - Vi aspetto in spiaggia -
La prima ad arrivare fu Jenny con addosso un pareo bianco e un costume molto anni settanta. Mi trovò addormentato, le cuffie del Sony ancora nelle orecchie, mi svegliò con un bacio ringraziandomi della colazione e prima che potessi dire qualcosa lasciò cadere il pareo di fianco a me, si spogliò e si buttò in acqua.
A pensarci ora non ho dubbi che loro due insieme al college dovevano fare una strage di cuori... di Jenny dal dietro ti colpivano le spalle larghe il sedere perfetto e proprio quello stavo guardando quando: – Le stai guardando il sedere? – mi disse una voce assonnata dietro alle spalle mentre due mani mi tappavano gli occhi – bello dormire con te e ancora più dolce trovare la colazione pronta – continuò Carlota dandomi un bacio sul collo.
- Il sedere? di chi? sai che ho occhi solo per il tuo - risposi ridendo, tirandola a me per baciarla in maniera assolutamente innocente.
- Sì, sì il mio dolce amico innocente – mi rispose togliendosi il costume e avviandosi in acqua - spero che ora tu guardi anche il mio - mi disse un attimo prima di raggiungere Jenny con gli occhi leggermente socchiusi e uno sguardo leonardesco che mi lasciò incapace di capire se mi stesse prendendo in giro o mi stesse ammaliando.
Ero il fortunato uomo coccolato da due donne speciali, un triangolo perfetto, e con Jenny era come se fossi stato amico da sempre; ci capitava di giocare alla lotta in acqua o metterci la crema con la protezione senza alcun imbarazzo, o meglio... per essere sincero l'imbarazzo c'era stato la prima volta quando su sua richiesta di spalmarle la crema sulla schiena e sulle gambe mi ero ripromesso di saltare signorilmente il sedere e lei mi aveva subito preso in giro: - Ho un brutto sedere? ti imbarazza? Scusa, mi vedi nuda tutto il giorno... – lo aveva detto con un tono che mi aveva immediatamente convinto e fatto passare ogni remora nell'atto.
Vedere loro spalmarsi la crema era diverso, è vero avrebbe dovuto essere più normale, due amiche, due ragazze con modi di fare estremamente naturali senza nessuna malizia....
Malizia. Quel giorno vedere Carlota massaggiarle la schiena ed il sedere era diverso... non so spiegarlo, era stranamente eccitante anche se era esattamente come tutti gli altri giorni. La malizia era mia quel giorno.
- Mi sembra che Esteban ti guardasse con un certo interesse – mi disse Jenny sdraiata sul suo pareo mentre Carlota a cavalcioni della sua schiena le stava facendo un massaggio con dell'olio.
La guardai sorridendo: – Ho notato, ma ammetto che non era assolutamente insistente e quindi non mi ha dato mai fastidio-.
- Non ci saresti stato?- incalzò Carlota.
- Non penso - risposi – anche se sono dell'idea che mai dire mai, anche le cose più escluse in determinate situazioni diventano fattibili, ma l'idea in questa maniera non mi attira. E voi? – chiesi di rimando.
- Lo sai, ne abbiamo parlato tante volte ma non è mai successo, eppure al college era molto più frequente di quanto pensassi... un po' moda di poter dire che lo si era fatto, un po' mentalità decisamente più aperta, eppure tra di noi mai – rispose Carlota terminando il lento massaggio sul collo della amica e risendendosi appoggiandosi a me e usandomi come schienale con i piedi verso la sua amica.
- E tu? – chiesi a Jenny.
- Qualcosa - ammise sorridendo mentre dolcemente si tirava su con il busto cercando una sigaretta nella cesta, facendomi scorgere i suoi seni con i capezzoli duri - è successo che mi baciassi con una mia amica ad una festa ma niente di più, ma la cosa non mi spaventa...- finendo la frase baciò ridendo i piedi di Carlota con una faccia da finta seduttrice.
Verso le sette di sera mentre il cielo incominciava a cambiare colore ci dirigemmo a piedi a casa, pochi minuti ed eravamo già nel patio, davanti alla doccia all'aperto ci spogliammo e ci mettemmo insieme sotto l'acqua per evitare di finire come al solito la cisterna.
Il gioco delle confidenze era continuato tutto il giorno prendendoci in giro per come nessuno di noi avesse mai avuto esperienze con lo stesso sesso, loro mi pigliavano in giro immaginandomi con la Esteban e io parlavo di loro abbracciate sotto la doccia.
Proprio quella fantasia spinse Carlota a tornare sull'argomento: – Certo che sei una bella stronza - disse ridendo a Jenny – vai a in giro a feste, ti baci una tipa, non mi dici niente e con me niente di niente - tirando fuori la lingua in un gesto di scherzosa sfida.
- Carine - dissi io - una vera immagine da filmato di playboy, certo che loro sono non solo più carine ma molto più tettone -
- Come ti permetti, maleducato – mi rispose Jenny ridendo – e comunque per sembrare uno di quei filmini dovremmo insaponarci e abbracciarci cosi - e in quel momento da dietro abbracciò Carlota e baciandole il collo fece correre le mani fino alle tette prendendole a coppa e stringendo le dita intorno ai capezzoli.
Carlota incominciò a ridere ma i capezzoli diventarono immediatamente duri e si lasciò andare, con le gambe improvvisamente molli per la sorpresa, attaccandosi al corpo bagnato di Jenny.
- Scusate, ma nei filmati non c'è sempre il muscoloso di turno in mezzo alle playmate? - dissi ridendo mentre mi infilavo in mezzo a loro; la scena era sicuramente più ridicola che sexy, ma tra uno strusciamento e una palpatina scherzosa mi ritrovai improvvisamente eccitato.
- Ehi guarda chi è tornato a trovarmi - gridò Carlota, sfiorandolo divertita.
- E' stato cosi eccitante guardarci? - rispose Jenny, mentre continuava ad abbracciare Carlota. La mia muta risposta fu decisamente eloquente. Mi avvicinai a loro stringendo Carlota dal davanti in mezzo tra noi due; la posizione era molto eccitante con lei schiacciata e a contatto con la nostra pelle, il mio corpo riconobbe immediatamente ciò che già conosceva cosi bene e dopo un primo sorriso mi avvicinai a lei baciandola..
Le mani di Jenny continuavano a giocare con i seni di Carlota mentre le mie mani la raggiungevano, la schiena e quello splendido sedere... le avevo toccate tante volte in quei giorni ma mai era stato cosi e tutti ce ne stavamo accorgendo.
Il contatto spinse Carlota ancora di più contro di me e quando smisi di baciarla di fianco alla sua faccia trovai quella di Jenny e non so come, dopo un attimo ci stavamo baciando sotto gli occhi maliziosi di Carlota.
Sempre senza parole ma in un clima non di vero sesso ma di gioco scherzoso Carlota ci fece scambiare le posizioni: questa volta la mia pancia contro la pancia di Jenny e il mio sesso contro il suo, i seni di Carlota contro la mia schiena... la mia bocca si appoggiò sulla quella di Jenny mentre le labbra di Carlota si appoggiarono sulla pelle del mio collo... era una situazione strana, era sicuramente molto eccitante e non lo nego ma che fosse qualcosa veramente di sesso non lo so... era ancora molto sul piano del gioco, quasi uno studio, un qualcosa che sicuramente nessuno capiva ma che nessuno voleva interrompere.
Ero stordito e ridendo feci la prima domanda che mi passò per la testa: – E voi non vi baciate? –
Dopo solo un attimo rimanendo ancora stretto tra le due vidi le loro labbra unirsi, le loro lingue ricercarsi e il mio sesso ne risentì spingendo leggermente su quello di Jenny.
- Pensavi a questo genere di bacio? – mi chiese Carlota, con una faccia che non riesco a descrivere, staccandosi e andandosi a sdraiare sui cuscini in spugna della terrazza tenendo per mano Jenny. Spensi l'acqua muto come un pesce seguendo la scena senza parole tra l'eccitato e l'imbranato.
Non riuscivo a non guardarla, ero incredulo... lei era Carlota, la mia Carlota di sempre, la ragazza con cui avevo diviso la prima volta, la ragazza di tutte le mie prime esperienze, splendida, sdraiata, nuda sui divani sotto la bellissima bouganville mentre la sua amica le stava spalmando la crema dopo sole sulle spalle.
Andai in cucina a prendere da bere per tutti e tornando mi fermai a guardarle: non c'era niente di sensuale apparentemente, semplicemente stavano scherzando su quello successo sotto la doccia, è stato strano... da una parte un gioco, dall'altra qualcosa di molto malizioso. Accesi la musica e mi sdraiai nell'amaca davanti a loro.
Jenny era seduta di fianco a Carlota e le spalmava la crema sulla schiena partendo dal collo scendendo lungo la spina dorsale, la pelle diventava lucida e morbida e le mani scivolavano senza fermarsi lentamente e delicatamente verso il sedere, poi le gambe e di nuovo il sedere.
Era bellissimo il cielo di un colore rosso scuro e le candele sparse nel patio rendevano le figure quasi ballerine. Mi arrotolai lentamente uno spino e dopo due lunghe e lente calate mi avvicinai a Carlota; la pelle lucida dalla crema rifletteva l'oro delle candele e la faccia assolutamente rilassata con gli occhi chiusi davano l'impressione che stesse dormendo sotto le mani dolci di Jenny e dopo aver fatto altri due tiri trattenendo il fumo mi avvicinai e dolcemente glielo passai con la bocca... anche questo ho incominciato a farlo con lei, come eravamo piccoli... poi le passai la canna in mano.
Mi piace guardarla quando fuma, strizza un po' gli occhi e diventa sexy da morire e poi lentamente fa uscire il fumo in una maniera che non so descrivere ma che ogni persona dovrebbe vedere; alla terza boccata però fece una cosa improvvisa, tirò Jenny a sè e ripetendo il gesto appena fatto da me le passò il fumo direttamente in bocca appoggiando le sue labbra su quelle dell'amica.
Rimasi annichilito, sarà stato il fumo, il caldo della giornata o della strana doccia fin troppo recente e mi ritrovai eccitato a guardarle mentre si baciavano... i movimenti erano cambiati, le mani toccavano qualcosa che avevano appena toccato ma erano più forti, passionali, sexy ed eccitanti, la pelle era più sensibile, i capezzoli si sfiorarono appena... Carlota si girò esattamente verso di lei.
Qui viene il difficile... raccontarlo, raccontare di due ragazze che si scoprono, che si cercano, che sentono capezzoli duri tra le dita e labbra morbide sulle proprie... paura, eccitazione, curiosità e voglia, vedere come entrambe non sanno o forse non osano toccarsi... e quando avviene sono dita che giocano con il piacere, un piacere tante volte conosciuto ma allo stesso tempo cosi diverso, sono labbra che scivolano sulla pelle, sono dolci morsi su capezzoli induriti dalla voglia.
Strano... avrei immaginato che la prima a raggiungere con la bocca il sesso dell'altra sarebbe stata Jenny è invece fu Carlota che scese come incuriosita dal più dolce dei dessert, ci arrivò vicina vicina e si fermò, mi guardò come per chiedere un'autorizzazione che io non dovevo dare, ci girò intorno come tante volte avevamo giocato insieme e poi incominciò a baciarla e toccarla probabilmente come sarebbe piaciuto facessero a lei.
Jenny era splendida, gli occhi chiusi, il corpo rigido e teso, la pancia che si muoveva in maniera veloce seguendo il ritmo dei baci della sua amica, le mani che non sapevano se attaccarsi ai capelli di Carlota o al morbido telo di spugna su cui era sdraiata... vedevo le sue gambe andare sulla schiena dell'amica quasi a volerla stringere nelle spire di un serpente che trae piacere da ciò che ha catturato.
Ma lì nessuno aveva catturato nessuno, semplicemente c'erano due persone che si davano e che ricevevano, e quando Jenny incominciò a venire fu un sorriso la prima cosa che vidi sui loro volti, il sorriso che ha chi gode del piacere del compagno di giochi, il sorriso di chi ha scoperto, di chi ha passato un qualcosa che temeva e desiderava.
Jenny dalla morbidezza del corpo sembrava svenuta ma dallo sguardo sensuale si vedeva che stava godendo delle vibrazioni rimaste dentro di lei; Carlota si alzò e lentamente venne verso di me, si inginocchiò e senza parlare aprì l'asciugamano che avevo messo in vita, il mio sesso uscì eccitato e lei si chinò a prenderlo in bocca.
Anche questo lo conoscevo o avrei dovuto conoscerlo, eppure quel giorno era come un capitolo nuovo... il modo in cui si muoveva, il modo in cui mi guardava negli occhi e quella luce speciale che illuminava il suo sorriso.
Le mani si muovevano dolcemente sul mio corpo, sulle mie gambe, sul mio sesso... lo percorrevano, lo accarezzavano lo cospargevano della saliva che veniva fuori dalla bocca che mai mi era sembrata cosi sensuale e desiderabile... è stato tutto terribilmente forte, eccitante e allo stesso tempo dolcissimo.
Lei, la ragazza che tanto avevo desiderato e amato fortemente e follemente... lei, la mia compagna di giochi in ginocchio da me, dedicata a me e dietro l'amica di oggi e forse di domani che girata su un fianco ci guarda sfiorandosi dolcemente, coccolando quel corpo che ancora bruciava dal sole e dalle dolci carezze appena ricevute.
Carlota si alzò e dopo avermi fatto sdraiare sui cuscini si sedette sopra di me, questo fu il momento più bello... lei davanti a me, bellissima per me, con gli occhi che mi sorridevano nel momento esatto in cui condusse il mio sesso dentro di lei, quegli stessi occhi che si fessurarono felici nell'attimo esatto in cui finalmente tornai, dopo tanto tempo ed esperienze, di nuovo dentro di lei.
La sua pancia era splendida, abbronzata e piatta, leggermente umida di sudore e lucida per la crema dopo sole; quando le mani di Jenny tornarono all'improvviso su di lei si irrigidì tendendosi come la pelle di un tamburo... quelle dita che prima la toccavano delicatamente in un dolce massaggio, in quel momento si incrociarono con le mie giocando con le mie in un carezza, in un disegno, in una forma di adorazione della pelle di quella ragazza meravigliosa.
Carlota si muoveva, salendo e scendendo in postura perfettamente eretta come la più elegante delle cavallerizze, pochi lenti movimenti con il busto eretto a cavallo del mio bacino con le sue mani appoggiate alle mie spalle e poi cedette... cedette all'abbraccio della sua amica, cedette alla tentazione dei suoi baci, all'eccitazione delle sue mani curiose nel punto esatto dove i nostri sessi si univano... la sentii contrarsi, aumentare il ritmo per contrarsi ancora e io decisi di tirarmi indietro, di ritirarmi.
Perché? Non lo so... forse perché volevo che potesse avere quello che meritava o che cercava, forse perché volevo che sapesse cosa fosse la lingua di una donna su di lei, la bocca, le mani, la pelle di una donna contro la sua.
Jenny come se mi avesse letto nel pensiero si lasciò scivolare di fianco a lei... non fu un vero sessantanove ma quasi... non feci altro che osservare, forse in quel momento fu più forte che partecipare e mi sembrò più giusto lasciare a loro il gioco.
Non saprei neanche quanto tempo rimasi li a guardare loro due scoprirsi e amarsi, vedere gambe che si strusciavano e mani che si rincorrevano, una cosa di una dolcezza commovente e di un eccitante da impazzire... non so neanche quante volte si siano date piacere venendo con mille tocchi di lingua e mille carezze sussurrate con le dita e le parole.
So solo che ad un certo punto il tocco delle loro mani mi fece risvegliare da un dolce torpore: erano insieme davanti a me mi toccavano, mi leccavano... facemmo l'amore in tante combinazioni diverse dove a turno ognuno di noi tre era il centro del piacere, dove ogni parte del corpo poteva essere la parte più erogena e alla fine sono venuto grazie a loro... sulle loro mani, sui loro corpi, sulla loro pelle. E di nuovo Carlota sorrise in un maniera indescrivibile.
Alle prime luci dell'alba andammo tutti a letto, tutti insieme nel mio, felici di quello che era successo e curiosi di scoprire cosa ci avrebbe regalato il giorno che stava spuntando dietro ai pini marittimi di quel piccolo paradiso.



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