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Racconto n° 1855
Autore: Astra Altri racconti di Astra
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Cinema proibito
Eravamo entrati al cinema praticamente di straforo. In punta di piedi nel buio. Sussurri, risatine, ci lasciammo cadere seduti nel fresco artificiale dell'aria condizionata che sapeva vagamente di chewing-gum, sudore e deodorante.
La sala era quasi vuota. Erano solo le nove di un'afosa sera estiva. Per un attimo rabbrividii, le spalle scoperte nel prendisole.
La sua mano era dolce e tiepida. La sua pelle seta.

Il suo respiro vicinissimo al mio sapeva di miele, scivolava dolce come un bacio. Sentivo che il mio cuore batteva al ritmo del suo.
Stammi vicina. Chinai la testa sulla sua spalla, baciandogli il collo palpitante. Rabbrividì e istintivamente fremetti anch'io perdendomi nella sua dolcezza. Stetti appoggiata a lui dolcemente, sentendo il suo cuore mormorare. Lo baciai ancora.
Io lo amo.

Mi cinse le spalle. Ero felice, adesso, protetta. Con te sono al sicuro amore.
Mani da musicista.
Lasciò scivolare la mano sul bordo del mio prendisole. Una mano tenera, che cerca quel che è bello. Mi si spezzò il respiro.
Non c'era quasi nessuno a guardarci. E se anche la sala fosse stata piena, non mi sarebbe importato. Contava la sua mano che mi scivolava sul seno destro, timida prima e affettuosa poi. La mano che percorreva la curva morbida, la punta delle dita che scivola sul capezzolo turgido.
Mi morsi le labbra, come paralizzata.

Non guardavo lo schermo.
Non guardavo nulla.
La scena era riflessa dentro i miei occhi. Lui ed io, la sua mano su di me, i nostri respiri intrecciati, la mia testa sul suo petto.
Una mano chiusa sul mio seno finchè non ebbi voglia di piangere.

Insinuai la mia sul cavallo dei suoi jeans. Sei così eccitato, amore...Sapevo che cosa avrei voluto fare, lo sapeva anche lui, lo volevo tanto.... Mi scioglievo dentro, volevo fare sciogliere anche lui.
- Posso slacciarlo? - mormorò. Annuii.
Mi slacciò il prendisole che scivolò giù svelando i miei seni candidi che splendevano nell'oscurità. Nessuno poteva vederli tranne lui. Lui è il solo ad averli visti e baciati. Ad averli amati come nessuno potrebbe amare.
Si è chinato su di me e li ha baciati, prendendo i capezzoli tra le labbra. E si è inginocchiato di fronte alla mia poltrona.
Non siamo più in pubblico. Nessuno ci vedrà. Siamo in una dimensione fuori dal mondo e dallo spazio.
Non ho pudore per quel che faccio. Sollevo i fianchi, mi slaccio i jeans e mi tolgo le mutandine. Mi lascio scivolare un poco in avanti, divaricando le gambe sui braccioli. Il mio sesso è una fiammata che divora il buio, una rosa infuocata, un vulcano. Lo cerca affannosamente e lo bacia, impetuoso, lo divora dolcemente, leccando il mio cuore di vulcano, è una dolce tortura, vorrei urlare, dentro di me sto urlando...

L'orgasmo non ha mai fine. È una condizione di beatitudine eterna.

...Mi bacia l'ombelico. Scivolo giù accanto a lui, eccitata sul pavimento di linoleum cercando il suo corpo nell'oscurità. Sono nuda, non m'importa. Nuda mi distendo sul pavimento, pungendomi contro corpi estranei invisibili, oscena e peccaminosa, Armeggio al buio con i suoi pantaloni, voglio che mi possieda, qui, ora, anche se potrebbero vederci, atti osceni in luogo pubblico, fammi tua...
Si sdraia su di me, vestito, ansimando. E mi penetra con dolcezza, scivolando nei confini rugiadosi del mio sesso, le mani sui seni, in silenziosi dolci baci, movendosi appena. Sento fremere i suoi fianchi e lo stringo forte a me.
Non lasciarmi.
Il suo cuore prende la rincorsa su di me. Il suo respiro esita, poi cede.
Viene dentro di me, il suo seme caldo accende un'ultima volta il mio sesso, innesca in me una miccia esplosiva. Chiude la mia bocca con un bacio prima che le mie grida rivelino ad altri che cosa sta succedendo....

Ci ricomponiamo e torniamo seduti come niente fosse, cuori e menti in subbuglio, stretti come un solo bellissimo corpo dai due sessi. Il suo seme scivola dentro di me come l'eco del piacere...

FINE

Astra

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