Fammi tuo, stanotte. Fottimi come mai hai fatto fino ad ora. Fammi tuo, stanotte.
Amante fragile, spogliati davanti a me.
Ma non come una triste ragazza del Pussy Cat, giù a New York , o come abbiamo visto insieme, abbiamo vissuto insieme, in qualche squallido locale lungo il porto vecchio di Amsterdam
storditi e innamorati di jazz e bourbon con indosso solo il profumo di Monterrey cubani.
No. Entra in camera di tutto vestita. Mettiti davanti a me. Che le tue mani sciolgano dolcemente la camicia di seta nera.
Dammi tette da succhiare, capezzoli da mordere ché voglio essere come bimbo che gioca.
Fammi tuo, stanotte. Fottimi fino a farmi male, fino a farmi piangere.
Ora inizia a muovere i fianchi mentre le mani slacciano cerniere e bottoni di jeans che cadono come foglie sospinte da vento d'autunno.
Lo senti?
Senti quel grido d'amore lanciato al cielo dal sax acido di Chet Baker?
Danza. Danza che sei bella. Danza ché il tuo corpo è armonia. Danza ché i tuoi seni seguono spartiti non visti, non ascoltati, non conosciuti. Almeno fino ad oggi. Almeno fino a stanotte.
Togli ciò che copre il tuo sesso. Voglio vedere l'eccitazione bagnarti. Voglio vedere, assaporare, toccare quei peli modellati delicatamente come figura geometrica che si fa carne; ancora carne.
Voglio bere ciò che esce da te. Voglio che la mia sete implacabile sia soddisfatta da te, amante fragile.
Lasciati vestita solo di calze, ché le mie mani stanche di lavoro non irritino la tua armatura che pulsa, che vive.
Ora avvicinati. Sali su me, ti prego.
Amante fragile.
Succhiamelo, amante di vita.
Sì, succhiamelo e dissetati come io ho fatto con te.
Stanotte voglio te. Stanotte non voglio parole, racconti, fantasie.
Stanotte voglio sesso.
Animale, brutale, violento, insaziabile. Stanotte voglio solo sesso.
Disperato. Disperante. Solo sesso.
Sali su me.
E montami.
Amante fragile.
Come fantino che doma.
Un cavallo mai domo.
Usami per il tuo piacere.
Fa di me strumento per i tuoi orgasmi. Sfruttami come fossi puttana per te.
Sì, io,uomo con le mie incertezze, le mie lacrime, la mia saccenza.
Voglio essere questo per te:
puttana che si vende per il tuo piacere.
E poi lasciati allargare, lascia aprire le tue cosce sode e tornite.
Lascia che la mia lingua succhi l'orifizio preparandolo all'ingresso di lama che fende, come chiave che sblocca inviolata serratura.
Rilassati.
No: non vergogna, ma risa e grida di godimento, di orgasmi che liberano la mente, squassano il corpo.
Stanotte voglio la tua bocca riempita; la tua fica riempita; il tuo culo riempito.
Stanotte voglio te. Stanotte voglio essere te, in te fino a farmi male, farti male.
Fottimi.
Bevimi.
Godimi.
Scopami.
Unuomo