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Racconto n° 2477
Autore: Alemar Altri racconti di Alemar
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Festa d'agosto
Se tu potessi raccogliere il brivido leggero, sapresti che mi parla di una notte a rincorrere draghi nel firmamento che è meno nero, quando mi guardi.
Se potessi toccare con mano il velluto che divento quanto sento che mi pensi, magari ad occhi abbassati, per meglio accarezzare il pensiero che racconta di me, e della mia voglia di essere un unico corpo, un'unica mente, un unico pensiero. Come due metà che si ritrovano dopo lo spacco netto del piacere.
Se tu potessi entrare nel corpo di questa donna, vivresti per un attimo, solo uno, la dolcezza dei momenti che saprei regalarti, malgrado la timidezza ed il rossore sulle guance.
So arrossire sai, per pudore. Pudore di un piacere che ancora non ho conosciuto, di cui respiro nell'aria il profumo. E il palato raccoglie inviti e sussurri golosi, che portano il tuo nome.
Se solo tu sapessi quanto mare c'è ancora in me, tutto da navigare. Quante spiagge bianche e solitarie non sono state ancora esplorate; come se quell'angolo di vita fosse lì in attesa di te, del tuo passo da marinaio, mentre scruti a sud il colore del vento. Nel taglio degli occhi le rughe tracciano solchi caldi e poco netti; l'iride sogna che il confine non abbia confine, e si perde, dove la schiuma del mare si fa più bianca.
Ed io attendo, che la tua barca ormeggi e il tuo piede lasci traccie nella sabbia, solchi profondi da poter ricalcare con le mie orme. Percorsi che vorrei imparare a memoria, come le linee del tuo corpo, meridiani e paralleli di un mondo che ancora non conosco, ma dentro cui vorrei entrare per ubriacarmi dell'inebriante profumo che hai, di ciò che sei, di ciò che davanti ai miei occhi, ti rende diverso. Speciale. Unico irripetibile piacere e peccato.
Saprò farmi ombra, saprò farmi riparo. E saprò amarti, se lo vorrai. Con tutta la passione che nasce in me ogni volta che ti sento mio e mi sento tua. Il mio corpo sarà lo scoglio che accoglie l'alta marea, mentre mi prenderai mordendomi la nuca, regalandomi quella sensazione di appartenenza che parte dalla mente e arriva languida fra le mie cosce. Sarai tu onda, che si spinge dentro il mio ventre, con moti di passione pulsante di vita propria. Ogni movimento sarà una rincorsa in salita, a piedi nudi sulla duna che mi vive dentro. Mi sentirai arrivare da lontano, i miei gemiti canteranno la passione che apre ed esplora. E mentre il piacere morderà forte il collo, sussurrerò il tuo nome. E allora saprai di avermi marchiata a fuoco dove nessun altro potrebbe arrivare, dentro uno spazio tutto tuo che custodisco gelosa come il guardiano del faro, che nella sua solitudine porta l'amore e il gioco del vento.
Arriveranno altri mari, altre onde.
Solo a te aprirò le porte, ed accoglierò nell'aria i sussurri di una festa d'agosto, che ridendo e cantando, parlerà di noi...

Alemar

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