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Racconto n° 2709
Autore: MindExpander Altri racconti di MindExpander
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Il rito, prima.
DedicatAle


Le lance rosse del sole che tramonta trafiggono senza difficoltà l'aria tersa del deserto. Accarezzano le rocce e le lasciano intrise del loro arancione rosato. La brezza leggera che si alza placa l'arsura che, implacabile, ha regnato dalla prima mattina.
Dal tuo nascondiglio, spii cauta gli ultimi turisti che abbandonano l'area archeologica, sospinti dalle guide che non vedono l'ora di potersi permettere la libertà di commentare tra di loro le donne infedeli ed i loro corpi esibiti così sfacciatamente. Li senti sghignazzare, lontano; intravedi i loro gesti che oscenamente mimano curve di corpi e pratiche di sesso.
Rannicchiata tra le due grandi pietre incise, aspetti pazientemente il giro dei guardiani. Il calore accumulato dalla roccia durante il giorno ti scalda la pelle sotto la camicetta leggera color del deserto. Dietro la schiena, accarezzi con la punta delle dita le incisioni sulla pietra, cercando di riconoscere al tatto il simbolo che sfiori con il polpastrello. Sei tranquilla, ormai hai deciso.
Il sole si abbassa rapidamente in Africa, lo sai bene. Le antiche pietre sembrano scaldarsi di un fuoco interiore, quando la grande palla arancione comincia a diventare rossa, poi amaranto. Sai che è l'ultima fiammata delle rocce, poi diventeranno grigie ed aspetteranno il loro nero della notte.
Venere si accende, nel suo rassicurante posto nel cielo, e tra poco le stelle la imiteranno, una ad una, fino a riempire l'azzurrogiallo del tramonto che si trasforma rapidamente nel cobalto, per finire nel nero senza limiti della notte. La tua notte.
I fasci di luce delle torce elettriche in mano ai guardiani si muovono senza grazia, allontanandosi insieme alle loro voci di richiamo e conferma. Spariscono dietro il contrafforte della montagna.
Silenzio. Totale. Finalmente.
Ancora un poco, prima che Selene emerga dalla terra, rischiarando il suo regno di tenebre con la sua luce bianca e senza calore. Esci dalla tua tana, alzi gli occhi. Dopo tanto tempo, il cielo del deserto notturno ti affascina ancora. Nel buio e nel silenzio assoluti, ti sdrai sopra una grande pietra liscia e rimani a guardare le stelle. Sembra sempre che si muovano, che ti vengano addosso, che siano vive. Tu sai che lo sono, per questo le cerchi tanto.
Eccola! Preceduta dal suo diafano chiarore, sorge dal bordo della montagna la regina della notte. La tua amica, la tua complice, la tua metà. La tua Luna.
Ti alzi lentamente, cominci a muoverti verso l'entrata del Tempio. La tua Luna ti rischiara il cammino. Giri la testa a destra, e guardi la tua ombra di pantera che ti segue adattandosi al terreno. Tra poco cominceranno, dovrai essere già là.
Tra le colonne lavorate del perimetro vedi filtrare un lampo di luce rossa, viva. Stanno accendendo il fuoco sacro. Acceleri il passo, silenziosa come una tigre. Un'enorme colonna incisa ti nasconde.
Illuminata dalla luce tremula delle torce e del grande braciere, la statua di Min si staglia nel centro della sala, bellissima, nei suoi due metri di granito rosa levigato. Pensi che la luce del fuoco la renda un poco sinistra, evidenziando ogni piega del suo viso e del suo corpo. Ma ancor più affascinante, nel suo mito della fertilità. Guardi le sue forme perfette: il capo fieramente alzato, le spalle diritte, in una mano il flagello, nell'altra il grande pene, eretto, simbolo della riproduttività e della vita.
Una volta all'anno celebrano la sua potenza fertile, con il rito segreto al quale stai per assistere. Ben diverso il rito che ufficialmente si celebrava di giorno, per migliaia di anni, celebrato dal faraone davanti al suo popolo. Quello notturno, questo, è rimasto segreto nei millenni, ma anche per questo è ancora vivo. Lo stai cercando da tanto tempo, ed ora l'hai trovato. L'agitazione che monta dentro di te ti fa quasi tremare le mani, le appoggi alla pietra fresca della colonna.
Il primo a giungere nella grande sala è il suono di tamburi lontani, che si avvicinano.
Tum ... Tum ... Tum...
Colpi lenti, ritmici, che senti arrivare lenti, dalle profondità segrete del Tempio. Li inframmezzano le note dei flauti di legno, che cominci a sentire. Poi, le note delle cetre e dei sistri.
Nascosta nel buio, sporgi appena il capo dalla colonna e vedi le prime figure entrare nello spazio davanti al dio. Quattro giovanette, suonando i flauti di legno, camminano affiancate, lentamente. I lunghi capelli neri, raccolti sulla sommità del capo, risplendono dell'olio che li rende lucidi come l'ebano. Gli occhi, contornati di hennè, le fanno sembrare più grandi. Ma le morbide vesti di candido lino leggerissimo lasciano vedere i piccoli capezzoli sugli acerbi seni ed il rilievo degli imberbi monticelli tra le giovani cosce.
Subito dietro di loro le adolescenti con le cetre sono vestite nello stesso modo. Dalle scollature quadrate delle vesti lisce emergono però i solchi tra i seni formati, che si muovono sodi nel passo cadenzato. I fianchi ondeggiano, ritmici, seguendo il tempo dei tamburi. Il loro sguardo è rapito, dalla musica e dal rito.
I quattro egizi con i tamburi sono alti, dietro di loro. Il torace nudo, luccica dell'unguento spalmato, mentre i pettorali possenti si muovono nel ritmo. Gli strumenti, grandi nella pelle di capra tesa, sembrano leggeri tra le loro braccia formidabili. Ti affascina il movimento delle braccia che reggono la mazza percuotendo le pelli. I muscoli vibrano a tempo, ad ogni colpo portato.
Il suono riempie la grande sala, mentre il corteo si dispone a semicerchio davanti alla statua di Min.
Tum... Tum... Tum...
Più lento del tuo cuore, che accelera i battiti. Senti il tuo respiro aumentare di intensità. Una strana eccitazione ti comincia a montare dentro. Senti i tuoi capezzoli duri, così sensibili che il solo contatto con la camicetta che si muove ti dà una sensazione quasi dolorosa. La tua mano cerca il contatto della tua coscia, mentre ti sporgi di più per guardare.
I tamburi aumentano la cadenza.
Preceduta da due portatori di torcia, entra la sacerdotessa.
Alta, con i capelli nerissimi lunghi fino ai fianchi e separati in lunghi serpenti ondulati, che si muovono neri dell'olio prezioso che li acconcia. Il nero degli occhi prosegue nel trucco appuntito verso le tempie, le labbra risplendono di porpora lucida. La sua veste è lavorata da mani abilissime in un intreccio di ricami di seta e di fili d'oro finissimi. Sotto il viso splendido nella sua regalità, il suo corpo è di statua. Il seno, pieno, si muove appena nel respiro profondo e lento. I capezzoli, ritti, tendono la seta che ricade sul pube, depilato. Lo intravedi, sotto la veste sottilissima.
Nella sua mano destra tiene una sottile catena di metallo brillante che prosegue fino al collare che cinge il collo taurino di un nubiano coperto solo da un minuscolo perizoma di lino. Il fisico dello schiavo è imponente, lucido di balsami ed unguenti. I muscoli guizzano nei passi lenti e solenni. Lo sguardo è rapito, per nulla spaventato. Pare irreale come la donna così femminile nel suo incedere possa guidare il possente guerriero. Ma lui la guarda con occhi adoranti, e la segue legato.
La ancelle si muovono suonando, con movimenti lenti e sinuosi. I loro corpi nudi sotto le vesti di lino, dimostrano la loro eccitazione che cresce. La sacerdotessa si ferma, nel mezzo del semicerchio. Splendida, nella sua veste preziosa ed impalpabile, gli occhi fissi sul grande pene di marmo della statua divina.
Inarrestabile, il desiderio sale dentro di te, dal più profondo. Senti le tue guance avvampare, il tuo respiro farsi più superficiale e rapido. Passi la tua lingua sulle labbra, per bagnarle e per sentire il contatto della tua lingua morbida sulle tue labbra secche. La tua mano risale dalla tua coscia e si infila sotto la cintura di cuoio. Senti la tua pelle sotto le mutandine, liscia come la seta. Il tuo clitoride brama i tuoi polpastrelli, mentre la passione divampa dentro di te e nella sala, al suono dei tamburi che si fa più intenso.
Dal tuo nascondiglio, guardi le danze farsi più frenetiche, mentre la sacerdotessa stende le braccia ai suoi lati. Due ancelle si avvicinano. Con un movimento leggero, aprono le fibbie dorate che sostengono la veste. Scivola leggera, la seta, accarezzando il corpo perfetto e disegnando un cerchio aureo ai suoi piedi.
Ammiri il suo corpo, immobile. Segui con il tuo sguardo la linea morbida che scende lungo il collo, sul seno pieno, sui fianchi asciutti ma senza spigoli. Risali con gli occhi ai capezzoli, bordati da una sottile linea di hennè che ne evidenzia la forma. Sono ritti, verso l'alto. Come i tuoi, che ti fanno quasi male sotto la camicetta Sei affascinata, eccitata. La tua mano ha raggiunto le labbra lisce, le separi con la punta del dito.
Improvvisa, una mano forte ti afferra una spalla. Ti sfugge un grido, girandoti di scatto. Due occhi intensi ti fissano negli occhi, indagatori.





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