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Racconto n° 2889
Autore: Madamesnob Altri racconti di Madamesnob
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Ses Salines
La brezza sa di sale fino, bianco, puro di sole di maggio. Bastano poche ore e i capelli si gonfiano lucidi, s'attorcigliano in boccoli rame brillante che giocano a ridere al vento. Il tempo non riesce a dilatarsi, la mente è troppo avida di questa serenità turchese e l'orologio corre dispettoso. Rimango sdraiata nella luce bianca, la sabbia di Ses Salines a riflettere sulla pelle una seta abbacinante. Nessun eccesso di calore, nessuna goccia salata ad imperlare il ventre; giaccio sull'orlo del sonno, aggrappata alla pace del dormiveglia. Non voglio scivolare nel limbo, voglio bere questo infuso azzurro, lasciarlo colare nell'anima e nel sangue.
I granelli si alzano bricconi, s'infilano nelle pieghe, insistono sui bordi del costume creando rivoli di polvere biancodorata. Voglio affondare nel tepore morbido di questo mondo sibilante, ma viverne con coscienza ogni carezza.
Il cuore rimbomba contento, si spande correndo sulla gola, sul seno premuto sulla spiaggia, tra le gambe schiuse allo zefiro fertile. Rotolo dal telo alla sabbia, in cerca di un contatto più caldo, che mi sfreghi e risvegli dal torpore sensuale del sole. Baciami vita, baciami. Sento briciole di conchiglia tra i denti, stringo appena per morderne la durezza salata, ed inizio lenta a strofinarmi. Dondolo e curvo il bacino, mentre la mente apre il guscio duro e lascia uscire molle il desiderio di contatto. Le labbra si gonfiano ed ammiccano al mare vicino. La lingua si muove vivace, scivola liquida sui denti addormentati e solletica il palato.
Ho voglia di fare l'amore.
Mi alzo all'istante, sorrido silente ai corpi sonnolenti delle mie amiche e corro senza fermarmi fino all'acqua. Il contatto mi leva il respiro: una lingua gelida mi prende per le caviglie e mi trascina a sé, impedendomi di arretrare. L'abbraccio freddo del mare sferza le cosce accaldate e sale sicuro tra le gambe. Voglio tutto. E subito. Lascio che le onde mi avvolgano, mi tolgano il fiato, mi bagnino ogni piega. La scossa gelata dura un attimo, ma è piacere puro, una frustata dove aneli contatto, un orgasmo quando ciò che ti aspetti è una carezza maledettamente delicata. Nuoto al largo, ascolto il blu che s'infila tra le labbra, scende delicato sul seno e sul ventre e mi scuote come gorgo sul sesso.
Scopami mare, scopami. Leccami con le tue lingue glauche e stringimi tra i tuoi tentacoli trasparenti.
Non voglio nemmeno sfiorarmi, rimango tesa ad ascoltare il tuo tocco altalenante poi, quando ti scaldi vinto dalla mia brama bruciante, corro via, screziando l'aria di nuovo sale.
Sorrido.
Tocca a te vento.
Prova a prendermi.


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