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Racconto n° 3084
Autore: Zebra Altri racconti di Zebra
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Solo Parole
Suoni alla sua porta
Il tuo volto s'illumina di un sorriso appena la vedi
Ne deduce che il suo aspetto ti aggrada.
Il tuo, come direbbe il poeta, è sanza infamia e sanza lodo...
Ma hai una faccia simpatica e lei accoglie quella.
La baci sulla guancia, il tuo profumo è forte, dolciastro.
Entra, vuoi un caffé?
Andate in cucina, te lo prepara
Mentre lo assaggi, posi la tazzina e le chiedi di sedersi in braccio a te
Sta scomoda.
Sa quello che vuoi, decide di provare
E per assecondarti, resta seduta su di te
Scomoda
Ti intenerisci
Trova sgradevole questa cosa che fai e che fanno a volte gli uomini quando vogliono scopare, la fretta non da modo di essere alle cose, i sentimenti posticci nemmeno.
Si chiede su quale base ti faccia tenerezza, non sai nemmeno chi è.
E non ti interessa
Ti sorride comunque, ti sa, prova, vuol vedere com'è.
Certo questo profumo è una punizione
E sta scomoda.
Vi trasferte sul divano, questo caffé deve fare davvero schifo se non lo finisci
Chiacchieri, cerchi argomenti di conversazione, ipocrisia, sapete tutti e due dove vuoi andare a parare.
Le dici di tua madre.. una volta in un film si prendevano gioco di questa ossessione italica di evocare la mamma... persino nell'attimo dell'orgasmo.
È chiaro che non lo hai visto
Ma parlate, sorridi molto, cerchi un intimità a cui non dai tempo di esistere
Lei si guarda intorno, non le sembra quasi di essere a casa sua...s'immagina che l'aria sia percorsa dal volo leggero di queste parole.

La baci
Un bacio piacevole anche se troppo dolce, forse tenero nelle intenzioni
Senza volontà, senza energia
Dolce come il tuo profumo, molle come le tue mani
Che toccano, senza sentire.
Senza passione e del resto come avrebbe potuto esserci?
La tua frenesia ne ha impedito l'esistenza.
Lei sa già, l'ha capito baciandoti, che non funzionerà
basta pochissimo, basta un bacio maldestro per capire
e se la conoscessi, o anche solo se volessi vederla davvero, avresti scorto nei suoi occhi un cambio di colore, un velo di freddezza
ma non guardi, non vuoi sapere.
Preso come sei dal tuo desiderio, ti sembra inconcepibile che non sia altrettanto intenso il suo
Infatti, è ipotesi che non consideri nemmeno
E che forse ti interessa relativamente.
Ma non si capisce nemmeno lei, perché ti lascia fare...
Però,ha sempre trovato ridicole le donne che si fanno mettere le mani nelle mutande e poi dicono - no grazie -
No grazie, che?
Appunto.
E decide di andare avanti
Seguiti a baciarla, le tue mani si allungano verso il suo seno, lo accarezzi, piano, sfiori.
Come se lei non fosse reale
Lei sa di essere difficile e sa che il suo corpo non lo nasconderà... i capezzoli rimangono immoti.
Come quelli di una bambina.

Ti trasferisce in camera da letto
Ti spogli come foste una coppia da tempo
Due che al venerdì sera, o al sabato scopano, la domenica lei ti da il culo:
il feriale e il festivo.
Riprendi a baciarla mollemente, forse pensi sia sensuale farlo così
La accarezzi e solo il cielo sa perché si è bagnata
A volte il suo corpo va per i cavoli suoi
La accarezzi, lo trova piacevole, sans plus.
Ma non si emoziona, non è presa dal sacro foco
Le viene persino da ridere, si piglia per il culo da sola.
E siccome si sta annoiando, si sfila da sotto di te e ti gira
Scende piano, lentamente
Sa che è cosa che sortisce sempre effetto certo
Ti farà un pompino
Sa che lo vuoi e così vi levate il pensiero
Pensa che non è grande, non è nemmeno brutto...
È un cazzo qualunque.
Comincia a leccartelo lentamente, lo sfiora con la lingua tutto quanto, l'asta, i testicoli, arriva in cima e ti prende in bocca il glande. Lentamente, pianissimo, scende ad inghiottirti tutto intero.
Ti fa arrivare fino in gola e ti tiene così
Non te lo aspetti, lo sa
E roba che hai letto solo nei racconti erotici ed ora va di moda: pompini non se ne fanno più, ora si - scopa in bocca -
Dopo un po' ti estrae da lei, si concentra sulla punta, la succhia, la lecca, quando comincia a stuzzicarti il frenulo i tuoi gemiti aumentano di volume
Le chiedi di fermarsi, altrimenti verrai.
Come se fosse una tragedia.
Maledizione all'ansia da prestazione.
Bisogna fare numeri, bisogna fare bella figura...

La stendi sul letto, riprendi a baciarla e poi lo infili dentro di lei
Lei pensa che nemmeno tu riesci a rovinare la miracolosa sensazione del cazzo che lentamente penetra la fica.
Nemmeno tu
Ed ora capisce perché ti ha dato una possibilità: voleva sentire questo, sentirsi viva.
Pensare per un secondo che potesse essere proprio per lei.
Ma è un breve entusiasmo.
Vuoi parlare, ti piace dire cose - erotiche - eccitanti... in realtà ti stai facendo una sega ad alta voce.
E lei è sotto.
Ti risponde, si diverte a questo gioco, esagera, pensi che abbia paura di parlarti?
Ma son solo parole... chiacchiere di letto con uno sconosciuto che si eccita con i soliti clichè.
Farlo in tre, o nel cesso di un ristorante, una pompa sotto la tua scrivania a studio.
Lei si annoia.
Ma una tresca con i lillipuziani, una scopata volante appesi a liane nella jungla? Ovvìa, pensa, almeno in fantasia, si faccia su uno skilift.
O in una piramide, in Egitto
Tanto di fare l'amore è quasi un'oscenità parlare, una cosa sconveniente, come di piedi a tavola.
Allora, tanto vale dargli sotto con le chiacchierate:
son solo parole.

Ti sei già stancato. Nervosamente, non riesci a nascondere una punta d'ipocrisia, cominci a dirle: se vuoi puoi venire, non farti problemi, vieni quando vuoi
Cazzo sembra un invito per un aperitivo
O in un autosalone.
Venite quando volete: rateizzazioni, auto aziendali, km zero.
Sa che non verrà, non se ne parla.
La catarsi non ci sarà.
Ti comunica la cosa.
Con buona pace del politically correct, istruzioni per l'uso delle donne, ad uso dell'uomo medio, qualora sia sopravvissuto al femminismo ...
Tiri un sospiro di sollievo, e le confessi, ridendo, che in fondo è bello poter pensare solo a te...
In fondo, pensi, le istruzioni sono una vera perdita di tempo.
Finalmente dai un paio di colpi ed esci da lei per eiacularle sulla pancia.
Osi pure commentare
Ti è piaciuto.. lei si chiede se sia vero... forse ti basta poco.
O forse, condizione necessaria e sufficiente, è che chiunque sia sotto di te, non sia ancora colta da rigor mortis.

Sigaretta
Post coitum
Sai, ti devo dire una cosa.... E sei imbarazzato.
Confessi che sei sposato
Lei ride.. e sarebbe un problema questo? Pensavi volesse fare un piano quinquennale?
Sorride e ti dice che si rallegra per te.
Sorpreso per lo scampato cazziatone, non le risparmi la triste istoria. Aveva intuito qualcosa e le tue parole non fanno che confermarglielo. Anche qui, pochi voli di fantasia, un rapporto logorato, ti manca il coraggio di lasciarla.
Che dire... che c'è una letteratura su questo?
Le fai tenerezza adesso. Gliela la fai tu.
La tua paura di vivere, l'accontentarti.
L'idea di avere in permanenza, la vita davanti.
Ti tranquillizza, troverai una soluzione.
Non è al mondo per giudicarti o per ritenere che ciò che tu faccia sia in qualche modo condannabile
E perché mai dovrebbe?
Non è un tribunale, è solo un letto,
stazzonato un po'...

Sei un po' stupito
Avverti che sei di fronte a qualcosa di diverso
Non la solita squinzietta in perenne questua di fidanzato o di potenziale marito
Non lei.
La donna si alza dal letto per andare a farsi la doccia, vuole togliersi di dosso quel profumo stucchevole che usi. Fastidioso.
La segui in bagno.
No tesoro, non è tua moglie, nemmeno un tuo compagno di calcetto, per cui la doccia la fa per conto suo.
Le chiedi comunque se ha saponi che non profumano
Lei sorride dentro di sé: esperto.
Si riveste ed anche tu.
Dici cose qualunque, chiacchieri... e lei pensa che la vera intimità
è guardare tutti i giorni un uomo farsi la barba,
spiandone le smorfie, seguendo con lo sguardo la carezza del rasoio,
chiacchierando con lui del più e del meno mentre un brivido attraversa la colonna
addensando il respiro per un attimo e la mente è trafitta da un frammento della notte appena trascorsa.
Stringe i denti, sorride
Sulla porta la saluti intenerito. Di nuovo.
Lei ti saluta pensando che non vorrebbe rivederti.
Al massimo può parlare con te, perché...
quelle son solo parole.

Zebra

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