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Racconto n° 3232
Autore: Melablu Altri racconti di Melablu
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Incertezza
Uhm...
Mi sistemo sul cuscino, rilasso i muscoli del collo e delle spalle, chiudo gli occhi e mi lascio sfuggire un sospiro.
Sento...Sento...
Sento la leggera pressione di un dito sul mio collo. La pelle liscia e morbida che sfiora lentamente la curva della gola sotto il mento. Una lieve carezza, fresca, solleticante. Il dito risale, segue i contorni del viso, attraversa un guancia, si arrampica su per la punta del naso, si allarga sulla fronte, fino a perdersi nei capelli.
Un'altra mano, questa volta più in basso. Punte di dita levigate mi solcano un fianco, là dove la pelle è tenera e pallida. Seguono docili la curva del seno, strappandomi un brivido di attesa.
Ho gli occhi chiusi, ma ti sento, accanto a me, che respiri lentamente come a trattenere dentro fiato e desiderio.
Potrei allungare una mano e toccarti a mia volta. Potrei, ma non voglio. Io giaccio abbandonata al tuo volere, quì, sotto le coperte. Puoi fare quello che desideri, lo sai che non ti fermerei.
Dopo un attimo di buio, un dito si posa sulle mia labbra. Ne segue lieve la superficie rosata ed asciutta, dischiudendole ad ogni carezza, provocandomi un leggero formicolio in tutto il viso. Il mio respiro ti incontra, percepisco il fiato deflesso dalla tua presenza.
Ancora buio, e poi...un fiore sboccia, un raggio di sole attraversa la mente ed un brivido si scarica lungo la mia spina dorsale. Labbra su labbra, i respiri che si uniscono piano, la pressione di morbide superfici.
Vorrei abbandonarmi a queste labbra, vorrei che questo bacio si facesse più intenso, invadente, esigente; vorrei che scendesse ad accendere tutti i fuochi che occhieggiano sotto la cenere negli anfratti remoti del mio corpo. Vorrei che la tua lingua incontrasse la mia: le mie mani salirebbero a cercare il tuo volto, i tuoi capelli, salderebbero la presa sulla nuca e bruceresti tra le mie braccia.
Vorrei, ma non lo faccio. Perché il patto è stato stretto e io sono in tua balìa.
Il bacio resta leggero e insoddisfatto, rintuzzando il desiderio di qualcosa di più.
Un movimento accanto a me (ci sei! ci sei!), le tue labbra non si separano dalle mie nemmeno un attimo. Sotto le dita percepisco qualcosa, pelle serica e calda. Muovo piano la mano e trovo la vulnerabile superficie del tuo fianco.
La seguo, allungando il braccio, percorro la tua schiena, mentre tu ti adagi sopra di me.
Ti sto abbracciando adesso, tutto il mio corpo ti sente, desidera entrare in contatto con tutta l' energia calda e pulsante che si cela dentro di te. Le tue labbra ancora sulle mie.
Sto impazzendo, ti desidero, ti voglio dannatamente, perché la sensazione di perdita imminente è vigile e forte in un angolo del mio cervello; il timore di fare una mossa sbagliata è lancinante promessa di buio.
Le tue mani scendono docili per tutto il mio corpo, la tua bocca mi lascia per andare a blandire e sedare i piccoli tormenti qua e là sulla mia pelle. Il mio respiro accelera, mentre il tuo resta sempre controllato, trattenuto.
Senza sollevarti da me, inizi a muoverti. E con una lieve pressione (ecco!)...mi trafiggi.
Scorri dentro me come su fuoco liquido, la voglia strazia i miei muscoli con spasmi involontari. Sospiro e gemo, di urgenza, seguendo il ritmo, ansimo sulla tua bocca dischiusa, il tuo viso balena dietro i miei occhi, le tue mani sono ovunque, sopra e dentro me.
Distruggimi, annientami, lacera le mie membra: sii lento, dolce e profondo, sii crudele, fammi sentire ogni respiro del tuo fiato caldo, fammi soffrire di attesa, fammi impazzire di desiderio!
Il tuo corpo mi copre, si muove senza strattoni, a tratti seguendo un ritmo per poi interromperlo. Tutto attorno e dentro me è un cuore che pulsa, fragoroso; una palpitazione di corpi, bocche, mani, sessi.
La mia mente è lontana, la coscienza è ridotta a mere percezioni. E quando scivoli fuori dal mio corpo, per me è come sentire un serratura chiudersi, una rete tendersi, una vela gonfiarsi. E' la delusione e il bisogno improvvisamente trattenuto e negato. Un campanello inizia a suonare allarmato nella mia testa, tutto in me protesta!
Ma tu non mi lasci. Ti sposti un poco, sposti me, e ti sento premere di nuovo, esigente ed imperioso esattamente come ti voglio, là dove ti voglio.
Non oppongo nessuna resistenza volutamente, ma il mio corpo non è poi così elastico: ah, delizioso dolore! Non potrei oppormi nemmeno volendo, i tuoi movimenti si fanno presto decisi e ad ogni affondo corrisponde uno spasmo, una meravigliosa sofferenza, che preannuncia il piacere più puro, più totale.
Oh, mio adorato, riempi tutto di me, adattami alla tua forma, alla tua esigenza, modellami, fonditi dentro me!

Come un aquilone con il filo tagliato, scivolo via lontano.
Il palpitare attorno a me si smorza, sento la mente ritrovare pian piano il suo posto. Il corpo parla di dolcezze gustate, di promesse esaudite, di desideri appagati nel più completo dei modi.
Socchiudo gli occhi, ormai non c'è più pericolo. La luce che filtra dalle finestre è quella della luna piena. Ancora una volta trattengo la mano dal vagare attorno a me alla tua ricerca. Preferisco addormentarmi esausta, appagata e sicura che tu sia qui.

Melablu

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