- L'amore con lei...vedi... -
Si torce le mani mentre inizia a parlare, ed io la guardo e le canterei:
- Guardavo le sue mani che si intrecciavano
tra i ricami di una tovaglia
riuscivo a stento a trattenere la voglia
di afferrarle di aggredire il suo dolore -
Ma rimango silente, senza aspettative, in rispettoso ascolto di ciò che la sua anima deciderà di rivelare, forse soltanto per alleggerirsi un poco, o forse perché questo tavolino tondo, di legno troppo delicato per resistere ai graffi del tempo, invoglia a lasciarsi incidere dalle parole, a lasciarle scorrere sulla pelle.
Niente preamboli, mi getta addosso, come un boccone in gola da troppo tempo, la sua emozione più forte: - Tu non hai idea...Guardarla rovesciata sul divano, la schiena inarcata sotto le mie dita arcuate, i capelli lunghissimi a decorarle le spalle nude, i seni morbidi in abbandono eppure così tesi verso la mia bocca. Socchiudeva gli occhi ad ogni mia spinta, come se le mie dita la ferissero ogni volta che premevo più a fondo. Era di una bellezza disarmante e credo di non aver amato nessuno come lei in quel momento. La sua aggressiva sicurezza si era sfaldata tra le mie mani, scivolava liquida nelle sue lacrime mentre entravo in lei rubandole il respiro. Nessuno mai potrà capire cosa significa toccare, seppur per un effimero istante, la profondità nascosta dell'anima di qualcuno. La consapevolezza della precarietà di un tale dono rende la mani agili, ferme eppure ipersensibili; ogni linea dei polpastrelli si sveglia attenta, sembra allargarsi ad avvertire il minimo sussulto, la più piccola piega. Leggere nei suoi occhi ogni mio minimo movimento, frenare il mio desiderio di scoparla per darle il tempo di respirare, aspettare paziente che i polmoni le si riempiano di nuovo...Non puoi capire. Nessuno può - .
I suoi occhi hanno cambiato colore. Sembrano impercettibilmente più chiari. Li osservo meglio e mi accorgo che una luce dorata sta invadendo l'iride accendendone i riflessi scuri.
Le chiedo com'erano i suoi occhi.
- Di lama. Screziati di giallo come un gatto. Li socchiude quando osserva, quando studia. E quando odia. E' come se ciò che prova la contaminasse nel fisico - .
Mi rendo conto che non è sua la luce che vedo, ma un riflesso surreale di ciò che ha vissuto, di quello che questa donna le ha donato e le ha lasciato impresso nell'anima. Non oso sfiorarla per paura che la magia si sgretoli al contatto con la realtà.
- La prima volta che ti ritrovi nella stessa situazione, quando qualcuno ti fruga dentro alla ricerca del piacere, riesci a vederti da fuori, a cogliere mille sfumature che non credevi di poter sentire. Il fatto è che sei stata dall'altra parte, hai mangiato la mela della conoscenza, e non puoi più tornare indietro, capisci? -
Stacca gli occhi dalle mani, come a riprendere contatto con l'esterno, e mi fissa interrogativa.
Le rispondo con un cenno del viso, senza sorridere. Esito un attimo e poi le chiedo se tutto questo le crea problemi.
- No...ma è come diventare ancora più sensibili. Nel bene e nel male. Ciò che ho avuto è dono per pochi. Sono riuscita ad afferrarlo, l'ho stretto tra le braccia finché ho potuto e ho urlato invano mentre mi scivolava come sabbia tra le dita - .
L'ama così tanto. Diomio.
Alza gli occhi e il tempo ci osserva attonito mentre il suo cuore attento risponde al mio pensiero invisibile: - Sì, per sempre - .
Madamesnob