Potrei scrivere il tuo orgasmo. Metterlo in musica intendo. Tradurre il tuo respiro roco in note lucide d'inchiostro, nere tracce a spezzare la calma piatta del pentagramma. Anche se non ti sto guardando sento quando socchiudi le labbra, quando abbandoni il mento, quando il respiro acceso inizia a seccarti la bocca.
[Vieni qui amore, baciami, che non ho più saliva.]
Vedere le tue mani scattare nervose sui fianchi, infilarsi nella mia bocca assieme al tuo cazzo, incontrollate nella loro brama di afferrare, penetrare, contenere. Le ascolto nella carezza premuta sui capelli, nella stretta decisa sulla nuca. Adoro le tue dita quando le allarghi sul mio viso, spingendomi via e allo stesso tempo tenendomi lì ferma, scavandomi con gli occhi allagati di desiderio. Gli stessi che poi socchiudi e lasci vagare nella penombra del piacere, mentre cresce nel tuo sangue e tracima nel mio, di riflesso liquido, e poi esplode sulla mia lingua mentre la tua voce, nel suo tono più perfetto, originario, senza filtro alcuno, sussurra - Vengo... -
Non sono avida, eppure in questo momento vorrei mi riempissi la bocca, vorrei sentirlo ovunque il tuo sapore, ascoltarlo invadermi il palato, infilarsi tra i denti e poi indugiare prima di farlo scendere in gola, a sedare (o accendere?) la mia voglia di te.
Quando poi alzo la testa e ti guardo, mentre i tuoi battiti accelerati iniziano a scemare invisibili, vorrei dilatare questo istante all'infinito, perché nella ruga che stenta ad abbandonare le tue sopracciglia, nelle ciglia arcuate dolcemente, nelle labbra stremate, vive una Bellezza che non ho mai conosciuto. E sento che ora, davvero, potrei morire con un senso.
Madamesnob