Racconti Erotici - RossoScarlatto Community
RossoScarlatto Community
.: :.
Racconto n° 3655
Autore: Zebra Altri racconti di Zebra
Aggiungi preferito Aggiungi come Racconto preferito
Contatto autore: Scrivi all'Autore
 
 
Lettori OnLine
 
Romanzi online
 
Manniquin
Brehat
Rebel
Friends
Orchid Club
Menage a trois
Remember
The best
Destiny
My Story
 
 
Nina
Nina, anima mia, la mente è fonda. È un mare grosso e tu non sai nuotare.
Nina, anima mia, lo senti dentro, hai voglia tanto, di lui. Di lui o niente.
Nina, anima mia, la mente vola. Ti va lontano e tu non le stai dietro.
Nina, anima mia, sei qui, inchiodata. Per quanto corri per quanto vuoi provare...

Autobus all'ora di punta. Fantasia ricorrente.
Ci aveva pensato spesso, a volte ridendo, a volte sentendo l'ondata di desiderio investirla con forza.
Aveva obbedito eccitata e felice a quella richiesta: indossa questo, le aveva detto. E le aveva messo in mano un perizoma minuscolo. Uno spesso filo dorato che le passava in mezzo alle natiche e si divideva in due all'altezza della vulva, sul davanti, una cascata di piccoli strass grigi che ondeggiavano liberi quando camminava.
Peggio di essere nuda. Peggio di non avere niente addosso, sentire i castoni, i dentini che fissavano le pietrine alla catenella ballarle sul pube ad ogni passo, graffiando dolcemente la pelle liscia.
Nulla a fermare i succhi che sentiva scorrere, preoccupata che una goccia di desiderio le scivolasse tra le cosce, rivelandone spudoratamente l'eccitazione.
A separarla dal mondo solo un leggero abito di maglina che morbido, le aderisce addosso.

Sale sull'autobus certa che chiunque le possa leggere negli occhi la voglia che le urla in corpo.
Abbassa gli occhiali da sole a nascondere lo sguardo. Spera che possano proteggerla, e dentro di sé sa che invece tutto le urla, spargendole attorno a il profumo della sua voglia.
È pieno di gente, affollato come non mai di tipi, razze, colori, suoni e odori diversi. Si sistema in piedi tenendosi con due mani alle maniglie appese in alto, la schiena è inarcata, i seni spinti verso l'alto da un reggiseno che le stringe le mammelle e che le arriva sotto i capezzoli.
Dio come premono in fuori. Dio come vorrebbe che fossero stretti in qualcosa: dita, denti, pinzette.
Chiude un momento gli occhi e le sfugge un respiro solo di poco più denso degli altri.
Allarga un pochino le gambe, ricordandosi cosa le aveva chiesto lui. Tacchi alti, niente calze, solo tensione dei muscoli dei polpacci, delle cosce, del sedere lievemente sporto in fuori.
È sempre più bagnata. Vorrebbe potersi sentire, assaggiare il sapore, sfiorare coi polpastrelli per saggiare l'eccitazione del clitoride.
Chiude gli occhi sollevata che gli occhiali scuri la nascondano almeno un po'.
Il mezzo prosegue tra frenate, scossoni, fermate e si riempie sempre di più.
Si sente sospingere di qua e di là, contro schiene, natiche, mani che sorreggono valigette.

È una di queste mani che si sofferma un po' di più sul culo che aveva sfiorato per caso durante una curva più stretta.
Un tuffo nella bocca dello stomaco, fin giù nella figa, un brivido.
Resistere alla paura che per un attimo la prende. Resistere all'impulso di allontanarsi.
La mano intanto la percorre con una lenta carezza circolare, la soppesa, la stringe. Ecco, ora sono due. Due oddio. Due che le allargano e stringono il sedere con decisione.
Non riesce a impedirsi di sporgerlo di più, sentendo il cordino del perizoma entrarle profondamente nella fessura.
Quasi le manca il fiato. Quasi non riesce a frenare una specie di rantolo che sta per sfuggirle dalla gola.
Se ne accorgeranno quelli attorno? Chi è? Chi è, che ha capito che cosa le sta succedendo. Perché queste mani sanno così bene di poter fare di lei qualunque cosa?
Nel massaggio, le stanno sollevando sempre di più il vestito leggero.
Lei, china la testa chiedendosi cosa accadrà quando sentiranno come è sotto. Quando percepiranno quel filo lucente che taglia la sua eccitazione.

Non sa, chi la sta sfiorando, che non ne può più.
Non sa che è stata scopata tutta la notte, proibendole di venire. Le teneva così, il cazzo dentro, mentre parlavano. Si limitava a muoverlo, scopandola come sa che le piace, con quel cazzo che adora. Così nodoso, ricurvo, con la cappella sporgente, dio lo sente anche nei denti quando glielo muove dentro. E la teneva così, sull'orlo dell'orgasmo, ma senza farla venire. E intanto parlavano, ridevano del cane che le aveva distrutto il vibratore che le piaceva tanto, lo aveva fatto a brandelli. Se ne era accorta perché aveva trovato per terra, sparse ovunque, tutte le palline che aveva dentro e che si muovevano quando lo accendeva. Che ridere. E lui le fermava in un attimo la risata a colpi di cazzo. E le diceva i suoi desideri per oggi. Guardandola negli occhi. Sentendo i gemiti scapparle ad ogni colpo. Le diceva cosa voleva. Tutto fin nei minimi particolari.
Lo farai? Diceva penetrandola più forte. Guardami negli occhi, non chiuderli, lo farai?. E lei, sentendosi piena, colma da scoppiare di cazzo e di voglia, gli ha. sussurrato sì.
Come? Come hai detto?
Sì, sì, sì, sì, si; aveva urlato.

E ora vorrebbe qualcosa che schiarisse la testa, perché è liquida, come la sua voglia. La urlerebbe la voglia di cazzo che ha.
I suoi occhi si sollevano e si accorge che un uomo la sta guardando, la sta fissando intensamente. La donna li abbassa di nuovo, e anche se è imbarazzata, non può impedirsi di guardarlo in mezzo alle gambe. Oddio, è eccitato.
La sagoma del suo pene eretto è visibilissima sotto i pantaloni leggeri.
L'uomo le si avvicina, è come se la sua erezione lo spingesse in avanti contro la sua volontà.
O chi lo sa, sarà stato uno sguardo d'intesa con l'uomo che la sta torturando da dietro e che non sa nemmeno chi è.
Le sue mani, in qualche modo sanno. È come se le leggessero dentro: hanno afferrato quel filo sottile e sconciamente lo fanno scorrere, in mezzo alla fessura.
Ti prego toccami. Vorrebbe gridare. Toccami con un dito, con la mano. Toccami con il cazzo.
Quasi la avessero sentita, quelle mani, si fanno più invadenti.

L'uomo che ha davanti, allunga la mano e le afferra un seno.
Guarda quella mano, guarda lui negli occhi e poi abbassa lo sguardo come calamitato in basso. La mano dell'uomo fa scorrere la cerniera, e tira fuori un pene non di grandi dimensioni, ma eretto, gonfio di voglia. E mentre scopre per lei il glande – sì è per lei, lo sa, ne è sicura che è per lei- lo vede che è lucido di umori.
Proprio in quel momento, sente che qualcosa dietro di sé è cambiato. Non sente le mani, le dita, ma il cazzo dell'uomo che ha dietro farsi strada in lei per penetrarla.
Si sporge, femmina in calore, per facilitargli l'ingresso, lo sente avanzare lentamente in lei, riempiendola, mentre la figa lo accoglie come un vestito, una guaina umida, perfetta.
Nel far questo, appoggia un po' di più il seno alla mano che lo accarezza.
E la mano di quello di fronte allora, le stringe il capezzolo. Lo stringe forte, lo strizza tra le dita torcendolo un po'.
E le manca l'aria mentre sente la punta del cazzo che ha dietro penetrarle la figa.
Stacca una mano dalla maniglia che la imprigionava e la allunga verso il pene di fronte.
Immagina che sia bello come quello che aveva dentro di sé stanotte, con le dita sparge il liquido che lo bagna, su tutta l'asta, poi lo prende fermamente in mano. La fa scorrere lentamente in basso, mentre lo guardi con la bocca socchiusa.

Dio, vorrebbe cazzi dappertutto, in bocca, in figa, in culo, in mano.
Nel frattempo da dietro le spinte potenti la colmano.
Non resisterà, lo sa.
Sente infiniti orgasmi che le salgono dentro. Sente la voglia accumulata tutta la notte, sente quel cazzo bagnato che ha nella mano, quello che da dietro scorre nella figa grondante, sente la mano che sta stringendo uno, e ora l'altro capezzolo.
Fa un respiro profondo per allontanare l'urlo che si ingorga nella gola.
Stringe i denti, stringe la figa, stringe la mano, mentre i capezzoli li sente, torcere, strizzare tirare ancora di più.
E viene. E vieni come una pazza, tremando, ondeggiando i fianchi.
Viene mentre lo sperma del cazzo che ha in mano le schizza sull'abito e le bagna le dita. Viene sentendo le spinte decise di dietro, mentre il membro che ha dentro la inonda.
Si appoggia un istante all'uomo alle sue spalle, per prendere fiato. si passa la mano bagnata sull'abito, per asciugarla un pochino. Spera che il battito del cuore le rallenti un po'. Sente il sangue rombarle nelle orecchie.

Vuol scendere. Scendere subito. Andare via e basta.
Eccola la fermata.
Scende con le gambe che le tremano ancora. È ubriaca. È contenta, appagata. E vorrebbe cominciare di nuovo. Sei pazza, si dice.
Sì, pazza di una voglia infinita, che non passa, che non passa...
Stringe gli occhi, scuote la testa per scacciare la nebbia dell'orgasmo che ancora la invade.
Lo sapevo.. - sente una voce alle spalle.
Lo sentivo da stanotte, tesoro, che saresti impazzita. Che oggi ti avrei fatto impazzire.
Sei pericolosa quando godi così, sai...
Si volta di scatto, le braccia circondano l'uomo che poco fa aveva dietro, che stanotte aveva addosso e sempre, col cazzo e la mente le è dentro. Lo bacia.
Tu, godi a farmi godere – gli dice ridendo, strusciandosi contro di lui- ami le nostre fantasie, ami renderle cosa reale. E io adoro tutto questo...


Nina, anima mia, la mente è fonda. È un mare immenso, è sale e desiderio.
Nina, anima mia, ti graffia in gola, la voglia sale, di lui, di lui o niente.
Nina, anima mia, la mente vola. Su terre umide che lui ti sa trovare.
Nina, anima mia, sei qui, bagnata. Onde che sfiorano, alghe, risacca, miele...

Zebra

Biblioteca
 
Community
Redazione RS
Biblioteca

Biblioteca

 
.: RossoScarlatto Community :.