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Racconto n° 3675
Autore: Madamesnob Altri racconti di Madamesnob
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C'era una volta, o meglio, c'era stanotte
E' Istanbul, al confine tra notte e giorno. Le case addossate non più bianco calce, ma rosa di crepuscolo; il cielo di lago blu chiaro intenso, pieno di luce dentro, senza nuvole a dare prospettiva.
C'è una Terrazza immensa, della stessa metratura della stanza da letto, quasi quadrata, protetta da un cordolo basso, sicuramente fuori norma, penso, ma poi, chissà che leggi ci sono qui.
Ci siamo io e te nudi, ambrati dal sole in fuga, e tu mi stai penetrando seduto, io sdraiata prona davanti, le mie gambe aggrappate ai tuoi fianchi. Le tue mani mi tengono ben ferma. Vedo il mio culo coi tuoi occhi, il solco che scende e si apre sul tuo kazzo, il tuo pollice che solletica l'apertura. Sento la forma del tuo sesso allargare il mio, scaldarlo; mi si rompe il respiro e mi contraggo nel piacere pieno che mi dai. Sposti le gambe e ti allunghi sopra di me, il tuo sesso che vuole scivolare fuori, ma tu che ti tieni saldo alla mia pelle. "Ferma" dici. Ed io rido, cercando di controllare la pressione della mia felicità, che si riverbera nel sesso e rischia di farti venire. Trattengo le risa e godo, godo tantissimo di questo tuo peso trattenuto sulle spalle.
Alzo il mento e guardo giù, i profili senza tegole di queste costruzioni violacee. La notte sta chiudendo le sue lunghe dita sul cielo, l'aria si è fatta improvvisamente fresca e dalla collina alle nostre spalle scende uno zefiro leggero.
E' cercandone una traccia visiva che lo vedo: ondeggia cauto lungo la roccia scoscesa, fluttuando morbido, senza peso. E' un Bouquet di rose inglesi, non riesco a contarle, ma sono orlate di ciclamino, tutte tranne una, che sembra bianca; potrebbe esserlo in effetti, ma questa luce la rende appena rosata, di una sfumatura fragile. I fiori oscillano dolci fino al terrazzo, a pochi metri da noi; il profumo è intenso e i petali si muovono nel vento, come a carezzare la notte, a farla vibrare un poco.
Vicino alla portafinestra c'è un Gatto seduto: è alto, insolitamente alto, in quella posizione raggiunge quasi il metro d'altezza.
Inclino la testa dubbiosa, qualcosa nella mia mente piega la Coscienza: sto forse dormendo?
Il Gatto osserva paziente un grande cavolfiore bianco, appena dischiuso. So che sta aspettando si apra completamente per cibarsene. E' così attento che nemmeno si cura del Topo che fugge zampettando lungo il bordo del terrazzo.
Tu ed io ridiamo, in quest'atmosfera fantastica. Nell'esatto momento in cui ne capisco la natura e corro con gli occhi a pescare più dettagli possibili, le palpebre si aprono, sento il lenzuolo caldo di sonno e le cosce incollate.
E' giorno.




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