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Racconto n° 4268
Autore: Madamesnob Altri racconti di Madamesnob
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Hah.
Il respiro si esaurisce appena sotto lo sterno, sembra spegnersi in quel punto, poi, invece, allargando le spalle, scopro di avere ancora spazio.
"Stringi ancora" dico.
Mi guardi dubbiosa, fai un passo indietro rimirando l'opera, ti riavvicini e mi posi le mani lunghe sui fianchi: "Sei sicura? A me sembra che così vada già bene".
"No, mi sto già abituando. Davvero. Tira un altro poco".
Con dita abili sistemi l'intreccio dei nastri sulla schiena: partendo dall'alto inizi stringendo le piccole asole, senza fretta per non rovinare il raso sottile; ad ogni stretta vedo allo specchio il mio corpo modellarsi per poi tornare impercettibilmente all'origine quando ti allontani. Tengo le mani premute sul ventre appiattito, per aiutarti: ad ogni riduzione le schiaccio con forza per offrirti un centimetro in più.

Arrivata al coccige annodi ferme le due cime, ben sicure, poi, con ritrovata calma, intrecci i nastri in un fiocco discreto.
Ascolto i tuoi polpastrelli tiepidi sfiorarmi i glutei nudi, li sento indugiare deliziosi secondi mentre ti accerti che il corsetto sia posizionato correttamente: in ginocchio ne sfiori i bordi, ingentiliti dal pizzo delicato, scorri con le mani sui fianchi e alzandoti risali fino al seno.
"Sei splendida".
"Grazie tesoro".
"Posso?" chiedi fingendo timidezza (negli occhi un bagliore ti tradisce).
"Certo" rispondo riportando lo sguardo allo specchio: la tua figura si staglia sinuosa davanti alla mia, ti vedo da dietro e mi copri quasi completamente, la stoffa nera dei tuoi pantaloni contrasta con le mie gambe nude.

In quel momento scendi, scivoli sulle ginocchia e poggi le mani lunghe sui miei piedi ancora nudi, risali disegnando ghirigori allegri sulle caviglie (sì, penso, mi piacerebbe proprio un tatuaggio in quel punto) e arrivi alle cosce. La pressione cambia, le tue dita stringono la pelle calda e morbida, la percorrono senza sosta, andando e tornando simili alle onde pigre della sera.
Allargo le gambe cercando l'equilibrio che vai togliendomi, mentre tu, inesorabile, tormenti la mia pelle senza fermarti mai.
Ti osservo riflessa, la tua testa copre il mio sesso, come se mi stessi leccando, ma non mi tocchi ancora; le mie gambe sono tese nello sforzo di mantenere il controllo e le tue braccia si stringono sempre più attorno ai miei fianchi. Sento le mani vagare sui miei glutei, infilarsi in pieghe segrete.
I tuoi lunghi capelli neri ondeggiano sulla schiena; sei bella da far male mentre mi adori così.

Al primo tocco della tua bocca, tuttavia, qualcosa dentro mi scuote: una lingua elettrica mi frusta dall'inguine al cervello, ma, invece di fermarlo, lo risveglia.
Gridi quando ti prendo per i capelli - lucenti e domati, giacciono attorcigliati nella mia mano - e ti costringo in piedi ; vedo chiaramente il disappunto nelle iridi verdi, ma non osi ribattere.
"Ora basta" soffio iraconda nelle labbra - le mie arse dal desiderio, le tue umide di me - "non è roba per te".
Abbassi gli occhi e fai un passo indietro mentre infilo il cappotto sulla pelle nuda ed apro la porta.
- Buona serata - sussurri mesta.
Sulle labbra, il sorriso di chi vince.

Madamesnob

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