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Racconto n° 4448
Autore: Morgause Altri racconti di Morgause
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Senso
Le calze sono di seta purissima, sottili come un velo, preziose, introvabili.
Scivolano sulla mano e l'avambraccio come una carezza, una promessa, una parola bisbigliata, un brivido caldo: la pelle si increspa al contatto.
Le porto a sfiorare il viso, per imprimervi i contorni delle labbra, annusarne lo speziato profumo e avvolgerle infine sul polso per lisciarle godendo al serico contatto.
Poi, con attenzione, come se maneggiassi l'oggetto più fragile e prezioso al mondo, poggio il piede destro sul divano e ne infilo una: riflessi nero-dorati sul rossocupo delle unghie.
Risalgo lungo la caviglia e il movimento lento delle dita è accompagnato dalla morbidezza della seta, sensazione fresca di una pelle sconosciuta contro la mia simile alla carezze di mille mani dalle lunghe dita affusolate.
La calza arriva alla coscia: lì rimane, con il suo bordo spesso, finemente ricamato tesa perfettamente sulla gamba.
Eppure non posso fare a meno di aggiustarla e così facendo continuo ad accarezzarmi dove la pelle è più sensibile insistendo nel piacere sottile che mi dà questa carezza.

Guardo e ammiro quella lunga gamba risplendente, modellata con perfezione dalla calza. Alzo il ginocchio, dove la seta risplende e lo bacio in uno slancio di amore sconfinato per me stessa.
E intanto si fa strada nella mente eccitata un pensiero, un'idea di un nuovo gioco amoroso, di una sorpresa per te che stai per arrivare; dovremmo uscire, ma forse tarderemo, chissà...
Ora sono quasi pronta: sotto l'abito nero le preziose calze autoreggenti continuano in silenzio ad accarezzarmi, quasi a voler salire più sù dove non c'è slip, perché solo la loro pelle di seta potrebbe, in un continuo irreale, ricoprire il pube glabro.

Tu arrivi e come sempre ti sistemi sul divano; io sono ancora in camera a prepararti la sorpresa che ti piacerà, vedrai.
Esco.
Come previsto ti sei seduto dove pensavo con un giornale in mano impeccabile nel completo grigio che mi piace tanto.
Adoro scalfire la tua imperturbabilità anglosassone con la mia sensualità mediterranea e capricciosa che si inventa ogni giorno nuovo giochi.
Ti vengo di fronte, mi guardi con aria interrogativa; sollevo piano piano il vestito, le gambe unite splendono nelle calze nuove, fino a rivelare il sesso nudo.
Sei sorpreso e affascinato: dopo aver seguito il lento movimento della gonna in salita fino al delta spegni la sigaretta, mi guardi diritto negli occhi e ti appoggi indietro sul divano in attesa.
Sei pronto a scoprire che ho in serbo oggi per te.
Allungo una gamba, la premo sul tuo grembo e:
-Toglimi la calza- mormoro- ma fa piano, lentamente, hai delle mani così belle-
e intanto con le dita del piede ti massaggio l'inguine con dolcezza, salgo e scendo, in movimenti circolari e tu apri ancor più le gambe quasi fossi una donna che aspetta di essere penetrata.

Le tue dita sono sulla mia coscia dove, con lentezza estenuante come se stessero per disinnescare una bomba, fanno scivolare verso il basso la calza, soffermandosi sulla pelle in carezze leggere mentre il mio piede è instancabile su di te.
L'eccitazione si trasmette alle mani: ti tremano leggermente.
Arrivi al ginocchio, dove la pelle sotto l'articolazione è particolarmente sensibile, e lì indugi ad accarezzarmi più a lungo mentre premi il grembo contro il mio piede, muovendoti appena .
Poi con la bocca ti avvicini alla rotula rotonda, alla fossetta laterale, per riempirla con labbra avide; intanto le mani tentano di far scivolare la calza fino in fondo rapidamente.
Ti blocco.
-Piano- mormoro- fai piano-
Ora sento, attraverso il piede, il pulsare del tuo sesso arrivare al mio umido tra le cosce mentre il nostro respiro si fa affrettato in sintonia; la calza è alla caviglia e tu lentamente la sfili, stringendomi il piede e usandolo contro di te come fosse la mia mano.
-No, aspetta - mormoro- toccami -
-Sì- e le tue dita mi penetrano con violenza.
-Fermati, ora sfilami anche l'altra, lentamente, ti prego- e solo io so quanto mi costa pronunciare queste parole.
Il piede su di te cambia, ma non i miei movimenti, che si fanno ora più torpidi, quasi svogliati, per frenare l'eccitazione.

Le tue mani tremano visibilmente, anche la calza sinistra scende con febbrile lentezza lungo la gamba; la pelle eccitata brilla di luce propria mentre balbettiamo parole deliranti di lussuria:
-Apriti i pantaloni, fammi vedere-
dico con voce ansante.
E il tuo sesso prepotente, stranamente ricurvo verso l'alto, palpitante di vene in cui il sangue scorre veloce e affrettato esce dai pantaloni ed è bellissimo.
Un richiamo per me irresistibile.
Mi guardi e con una mossa veloce sfili del tutto la calza, mentre io mi inginocchio e ti prendo in bocca; tu allora mi sciogli i capelli e li afferri forte con le mani...












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