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Racconto n° 4757
Autore: fantasypervoi Altri racconti di fantasypervoi
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Ti amo

Nevica e tu non sei venuta.
Rimangono i pensieri e i ricordi.
Quelli, nessuno può cancellarli.
Apro l'armadio per guardare e poi toccare i vestiti che metti per me, l'intimo che indossi per darmi piacere.
Rimango stupito: nel tempo, hai confezionato tante varianti di lingerie. Vado con la mente a ricordare i momenti che hanno visto il tuo corpo nascondersi sotto quei luccichii di desiderio per farmi contento.
Ogni oggetto ha una sua storia, una sua partecipazione dei nostri giochi erotici.
Sfioro un corpetto rosso con tonalità nere, seguo i ganci e scivolo sui filetti che servono ad unire il reggicalze, non faccio fatica a ricordare la prima volta che l'hai messo, estremamente eccitante per dimenticarlo: una Madonna slanciata dai tacchi neri, lo sguardo di chi aspetta la preda e si sente cerbiatto.
Occhi intensi di desiderio nel momento dell'attesa.
Ricordo...
Appoggiato sul letto, teso e affamato di te, del tuo corpo. Le mani che danzavano nel gioco della seduzione, L'incrocio delle dita, mentre, piano alzavi la gamba per salire sopra il mio sesso teso.
Il dolore dell'attesa, nell'aspettare di sentire il calore delle tue parti umide e grondanti di desiderio, avvolgere il membro e scaldarlo con le tue movenze.
Ricordo...
La bocca che si unisce, mentre, il pertugio stringe ad aumentare il piacere; le mani unite fino a sentire male nel tentativo di possedere tutto.
Gioco di lingue, scambio d'occhiate nel sudore crescente.
Nessuna parola, è già stato detto tutto molto prima, solo gemiti di consenso.
Quel corpetto rosso, è stato l'inizio di tanti regali fatti a te per soddisfare me, impossibile paragonarlo ad altri capi pendenti che aspettano d'essere indossati.
Il primo orgasmo libero, tra mura solo nostre.
Lo sguardo felice, il respiro tenue, le mani che seguono le linee del corpo e assimilano pregi e difetti, paura di risvegliarsi da un sogno e gioia della realtà.
Mi guardavi, stupita d'essere lì con me, incredula di sentire le mie mani, le dita che impudicamente erano tornate tra le tue cosce, sotto il monte di Venere a stuzzicare le tue voglie nascoste: avevi subito reagito a quel cercare, ricambiando le mie attenzioni; una mano calda sul mio sesso e tutto si tramutava in desiderio.
Scambio di carezze esperte su corpi pieni di voluttà, inevitabile la conseguenza.
- Ti voglio...
- Anche io...
Parole sussurrate che sembravano un urlo in quel silenzio carico di tensione erotica.
Il seguito, puro sesso fatto con amore.
Ho avuto molta da te, forse anche più di quello che mi aspettavo, ti ho dato tanto, anche più di quello che credevo possibile, il risultato, è questo, ancora oggi, dopo tanti anni, nel nostro piccolo rifugio lontano da tutto e tutti, ho gli stessi brividi di quella prima volta con te e, ancora oggi, sto male, quando non posso vederti...

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