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Racconto n° 4771
Autore: fantasypervoi Altri racconti di fantasypervoi
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Paura di volare
Eccoti.
Sei arrivata.
Dopo tanti no e tentennamenti, alla fine, sei venuta.
Ti vedo scendere dalla macchina e guardo come sei vestita.
Un abito fiorito, elegantemente e sobriamente lungo sino alle ginocchia.
Le calze velate che s'intravedono sotto il vestito, m'intrigano molto: chissà se hai messo qualcosa di indecentemente erotico, come tante volte ci siamo scritti nei nostri messaggi.
Già, i nostri messaggi...
Iniziati per gioco, diventati bollenti col tempo.
Vago con i pensieri mentre ti avvicini alla mia vettura.
Immagino quante coppie abbiano iniziato come noi, così per scherzo, una battuta spinta, che lascia porte aperte e una risposta che spalanca una speranza, poi, sms sempre più frequenti, fino all'esplosione della passione e improvvisamente s' imbocca una strada che non torna indietro.
Torno a guardarti, il vestito svolazza impazzito da un colpo di vento, le gambe, involontariamente, rimangono scoperte e ho un attimo di delusione nel vedere che le calze che porti sono collant normali.
Che stupido che sono, già m'immaginavo momenti pazzeschi di passione...
Ricordo l'ultimo messaggio, quello che ci sta facendo incontrare tra pochi attimi;
- Io non ne posso più di scrivere e basta, ho bisogno di sentire il tuo corpo dal vero, di baciare la tua bocca e assaporarne il sapore.
Una semplice frase di risposta.
- Anche io.
Ed eccoti qui vicina a me, che incerta percorri i pochi metri rimasti a dividere la nostra passione.
Sei bella, ma, questo, è scontato: chi ama, vede solo i lati migliori dei momenti che vive e le persone che gli stanno vicino, vivono di luce propria.
Abbasso stupidamente il vetro invece di aprire la portiera, forse, nella speranza che il tuo odore mi stordisca d'emozioni e anticipi il mio desiderio.
Sorridi nervosa, è la prima volta che ti trovi in una situazione del genere al contrario di me.
Per un attimo penso alla mia ex moglie e a quello che è stato.
Lo scatto della chiusura che protegge la vettura mi riporta a te.
- Ciao.
Non dici altro, mentre cerchi di bloccare il cuore impazzito: fatichi a respirare dall'emozione del momento.
Guardo affascinato i capezzoli turgidi sotto il vestito, prima di parlare;
- Ehi, tranquilla, non sono il boia e sorrido per metterti a tuo agio;
Ti mordi le labbra senza rispondere, mentre, le mani, sono appoggiate sulle gambe in segno di difesa.
- Dai, rilassati...Possiamo anche andare a mangiare un gelato, se devi stare così male.
- Non sto male, anzi, è che non so che fare e ho paura di deludere le tue attese.
- Tu deludere me? - Con il pensiero analizzo che era la mia stessa paura.
- Non potresti mai deludermi, sei tutto quello che cercavo e adesso ti ho qui...
Una mano sale ad accarezzarle i capelli neri, tagliati alla Valentina e dolcemente segue la linea del viso fino ad accarezzare le labbra; un dito viene morso e poi lasciato libero: la guardo estasiato e ascolto beota le sue parole;
- Non sono venuta fino a qui per mangiare un gelato o, per meglio dire, se devo mangiarlo, voglio che sia caldo...
La guardo intensamente negli occhi, conosco quello sguardo, l'ho visto svariate volte nelle donne che hanno preso una decisione.
Lei ha ripreso la mia mano e, questa volta, il dito, è sparito maliziosamente tra le sue labbra.
Accendo la macchina, felice come chi sta per avere un premio insperato e parto verso il nostro piacere...



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