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Racconto n° 4861
Autore: fantasypervoi Altri racconti di fantasypervoi
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Le prime luci di un nuovo giorno
Sto pensando a noi due.
Tante volte ho cercato d'immaginare il nostro futuro e, tutte le volte, non sono riuscito a vedere il fondo del bicchiere.
Lo so, la situazione, è complicata, troppe persone coinvolte e situazioni che si scontrano con la logica, eppure, pur sapendo che siamo perdenti, sono ancora a sperare.
Stasera ti vedrò, forse per l'ultima volta.
- Ha da accendere?
Vengo distratto dai miei pensieri funesti da una voce giovanile.
Sono seduto al bar in un angolo isolato, alzo gli occhi e vedo lei:
- Esistono ancora persone che fumano, - le rispondo, cominciando a guardarla più attentamente.
Sulla trentina, vestita sportivamente, solare, con quel qual cosa che ti colpisce.
Mi guarda sfrontata e risponde d'istinto
.- Ho solo chiesto d'accendere, se volevo giudizi, li chiedevo al mio dottore
La guardo un attimo sbigottito per la sua risposta aggressiva, poi, mi scappa da ridere.
Erano giorni che non ridevo più...
- No, non ho da accendere, però ho da bere, perché non si siede qui con me e facciamo due chiacchiere?
Mi guarda curiosa, sta valutando la persona;
- E perché dovrei sedermi con lei?
- Giusto per tenersi compagnia, magari scopriamo che abbiamo delle cose in comune che non ci aspettavamo, chissà...
- Di sicuro non è il fumo, dice sedendosi.
Guardo le gambe accavallate e stringo la sua mano sottile e lunga, sembra quella di una pianista.
- Paola, mi chiamo Paola, è la prima volta che la vedo in questo bar, sembra una persona fuori posto.
- Fuori posto non so, è un bar che non frequento, avevo solo voglia di bere qualcosa di caldo.
Penso a quello che ha detto;
- In che senso fuori posto?
- Mah, troppo elegante e troppo assorto, qui tutti fanno casino e rompono appena vedono una gonna, lei, nel suo angolo semi oscurato, sembrava una figura eterea, impalpabile, ho chiesto del fuoco a lei perché sembrava innocuo.
Rido;
- Quindi, sono un vecchietto che da tranquillità?
- Vecchietto no, è un uomo maturo e devo dire che vedendola bene potrebbe esserci del buono se qualcuno la mette a posto.
Rido ancora e con più gusto, i pensieri tristi sono alle spalle;
- Quindi, riassumendo, le ho fatto tenerezza...
Stavolta ride lei;
- Con gli uomini non si è mai tranquilli, fondamentalmente siete dei bastardi per natura e vi piace adularvi a cacciatori.
Si tocca i capelli in quel gesto tipico delle donne, vedo un piccolo neo sul collo, è un bel collo evidenziato da una collana color argento molto originale con la scritta- io sono mia-
Devo tenere interessante la conversazione, questa ragazza mi sta dando la luce, ha girato la lampadina e elettrizzato la testa;
- Mi chiamo Maurizio e mi domando che ci fai in questo posto ai confini del mondo.
Lei accavalla le gambe mettendo n mostra un paio di calzini sportivi sotto le scarpe da ginnastica naturalmente firmate.
- Non è il massimo dell'erotismo - pensa la mia mente bacata.
- Ah, siamo già al Tu...Ci lavoro, sono impiegata in quella banca di fronte alla piazza, se allunga il collo, riesce a vederla.
Continuo a guardarla affascinato, ha dei denti bianchi - strano - , penso - visto che fuma, chissà se ha quel tipico odore sgradevole dei fumatori, quando bacia - ;
- Problemi a passare al Tu?
- Assolutamente, era una forma di rispetto
Continua a farmi ridere;
- Ehi, guarda che non sono nato nell'ottocento, ho fatto il sessantotto e poco più.
- Anch'io ho fatto qualcosa di simile ma con un numero in più.
Quella battuta mi spiazza, lei si accorge del mio imbarazzo e cerca di rimediare;
- Stavo scherzando, era solo una frase simpatica e si tocca di nuovo i capelli.
Adesso sono eccitato, non mi capitava da parecchio.
- Mi piacerebbe conoscerti meglio.
- Ehi, stavo solo scherzando, non farti strane idee.
- Ho solo detto che mi piacerebbe rivederti, sei simpatica, carina, sfrontata, giusto quello che avrei bisogno io, ti andrebbe di uscire con me domani, diciamo verso le otto? Il locale lo scegli tu, io sono appena arrivato e non conosco niente del luogo.
Lei poggia una mano sotto il mento, mi guarda curiosa;
- Perché no, domani non ho niente da fare e scroccare una cena di questi tempi, non è male.
Si alza;
- Adesso devo andare, è finita la pausa pranzo e in banca sono dei tiranni, oltretutto in questi giorni siamo nel caos per il cambio del personale: allora ci si vede domani, ci ritroviamo a questo stesso tavolo.
- Certo, domani alle otto sarò su questa sedia.
Sorride, si gira e s'allontana.
Le guardo il fondo schiena, un bel sedere, pieno e tornito come piace a me, sono ancora eccitato, mentre, finisco con calma di bere la mia tazza di The che nel frattempo si è raffreddata.
Saranno passati dieci minuti da quando lei è sparita dalla mia visuale, mi alzo e pago il conto, mi accorgo solo adesso, a mente fredda, che non le ho offerto neanche da bere,
- Va beh, mi rifarò domani. -
Esco e attraverso la piazza, guardo quella banca piccola, sorrido e entro, vedo Paola al di la del banco, lavora nel reparto fidi, mi avvicino;
- Buongiorno;
Lei alza la testa, mi riconosce e mi guarda perplessa.
Anticipo le sue domande;
- Mi chiamo Maurizio Panzieri e sono il nuovo direttore di questa banca, saprebbe dirmi dove si trova il mio ufficio?

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