Lui le ha dato istruzioni chiare, precise: lei rispolvera un paio di tacchi a spillo e un reggicalze che aveva dimenticato nel cassetto da almeno quindici anni.
Si osserva allo specchio: il tailleur nero sembra avere un tono molto diverso quella sera.
Indossa un filo di perle, riavvia un ricciolo ribelle e chiama un taxi.
Il tassista si ferma davanti al portone e la signora entra in auto
- Cinema Reposi, via XX Settembre -
C'è qualcosa in lei, forse nella sua voce o nel suo muoversi nervosamente sul sedile, che lo incuriosisce. È nervosa, sì... no, forse eccitata.
Il cinema non è lontano da lì... che ci farà da sola.
La osserva nello specchietto retrovisore: ha un'età indefinibile e non sembra notare la sua curiosità. Il suo sguardo è perso nel vuoto.
Sarà l'uscita del venerdì con le amiche, altre signore-bene che vanno a guardare un film mentre i mariti giocano a poker. Ma quei tacchi a spillo...
La signora scende dal taxi e l'uomo non riesce a trattenersi:
- Buon divertimento...
La signora sorride e gli rivolge un cenno di saluto.
Il film è appena iniziato, lei compra un biglietto ed entra nella sala. Ultima fila, come da istruzioni.
- Eccoci qui... proviamo -
La scelta del nick è naturale. Provare... è per quello che si trova lì, dopo tutto.
Una volta capito il meccanismo, sembra abbastanza facile. È vero, è un po' imbranata, ma con un po' di humour e di classe, si cade sempre in piedi.
Frequenta quella chat da qualche giorno, ha già "amici" e "detrattori", ma lei ha fatto la sua scelta, anche se non è ancora chiaro chi sia la preda e chi il predatore.
Parlano molto, si spingono subito oltre le chiacchiere da salotto virtuale, Marco è affascinante, colto, intrigante, e comprende che lei è alla ricerca di qualcosa, di uno stimolo o, semplicemente, di qualcuno che sappia intuire cosa la emoziona. Lei è più attratta da quell'uomo di quanto le piaccia ammettere, avverte il pericolo, ma dopo tutto è lei che lo ha cercato.
Si sentono al telefono, e il sortilegio sembra compiuto. Ma la sua voce non gli basta, e, conoscendolo, lei sapeva che non gli sarebbe potuta bastare.
- Non avrai mai il coraggio di farlo -
Queste parole fanno scattare in lei un meccanismo che conosce, ma la consapevolezza non serve a fermarla. Le dà appuntamento in un bar al centro, nell'ora di punta. La prima volta passa davanti al locale in auto, e guarda all'interno cercando di non farsi notare. Non si sono mai descritti, ma adesso... aver almeno visto una sua foto! La seconda volta ripassa a piedi, fingendo indifferenza, ma non ha neanche il coraggio di guardar dentro.
- Stupida, stupida!
E' irritata con se stessa. Dall'altro lato della strada sta per arrivare un autobus, senza pensarci due volte attraversa e sale a bordo, guardando al di là della porta di vetro del bar. Poi, improvvisa, la decisione: scende alla prima fermata e torna indietro... il cuore le batte forte ma è sicura che dal suo volto non traspaia nulla. Entra nel locale, e subito lo nota: è stupendo, e la guarda, mentre beve il suo caffè. Sembra seduto lì da molto. Lei ordina un cappuccino e comincia a camminare su e giù per il bar, quasi sfilando, mentre porta alle labbra la tazza e l'osserva di sottecchi. Forse qualcosa in lei crolla... finito il cappuccino, paga, esce dal bar... va via quasi di corsa, senza pensare a nulla tranne che ad allontanarsi da quel luogo. Il telefono squilla... è Marco:
- Sei bellissima.
- Chi? Io?.
- Non sei quella con la maglietta bianca? Dove sei?
- Corso De'Gasperi.
Si volta... lui è dietro di lei. Non può fare altro che salire sulla sua Mercedes nera.
***
La sala è buia, ma gli effetti speciali bastano a farle individuare l'uomo per il quale ha deciso di abbandonare ogni inibizione, di liberarsi di ogni pensiero. L'ultima fila è vuota, si siede sentendo su di sé lo sguardo di Marco. Coscienza di sé, della propria fisicità... a tratti il panico... che ci fa lì... lei che per anni non ha avuto altri che suo marito... lei, signora-bene, irreprensibile... vestita in quel modo... e se qualcuno la riconosce...
Sente su di sé lo sguardo di Marco e comprende che potrebbe fare di tutto.
Alcune poltroncine li separano.
Un'ispirazione. Come se in quel cinema non ci fosse nessuno, solleva la gonna...
Abbassa lo sguardo sulle proprie gambe, se le accarezza lentamente... gioca con la collana di perle fissando lo schermo e ancora, con un gesto lento, allargando le cosce, tira su le calze come per allentare l'elastico del reggicalze... La sensazione del nylon sotto i polpastrelli... le sembra quasi di avvertire il fruscio... un brivido di piacere... un sorriso mentre un soffuso calore si espande... due occhi fissi su di lei... due mani che l'accarezzano... le sue. Salgono lungo le cosce fino ad incontrare la pelle... è calda, socchiude gli occhi, totalmente presa da se stessa, dal proprio piacere. Si accarezza senza fretta, fa scendere un po' una calza, scoprendo qualche altro centimetro di pelle... Poi le labbra stringono dolcemente l'indice della mano destra, la lingua lo inumidisce. Con un gesto di estrema e inconsapevole sensualità, traccia una scia di saliva sulla coscia. Le mani proseguono verso l'alto cercando il punto più caldo del suo corpo... un movimento alla sua sinistra, improvviso...
Si risveglia come da un sogno.
È Marco. Si siede accanto a lei.
La signora finge di non conoscerlo... gli occhi fissi sullo schermo...il cuore le batte all'impazzata... Due sconosciuti che seduti fianco a fianco si accarezzano, ignorandosi.
E' lui a interrompere il gioco e a proporne un altro:
- Mi è venuta voglia di farti le coccole.
La bacia con passione, la stringe contro di sé... lei sente quanto lui la desideri, quanto la sua esibizione lo abbia colpito.
Poi sorride e le sussurra:
- Tu credi che io scherzi ma non è così.
La signora é lì solo per esibirsi... erano questi i patti: nello stesso luogo, lontani, fingere di essere estranei e giocare come due bambini amorali, magari scandalizzare un po' qualcuno che possa raccontare agli amici qualcosa di più di una meteora che cade sulla Terra... Ma le carezze di Marco si fanno più profonde... è molto più facile abbandonarsi piuttosto che pensare... giusto... sbagliato... è solo bello. Un'alchimia di sapori e odori... E la signora è pronta a cambiar gioco.
Sente le mani di Marco su di sì, decise, curiose... esperte.
Come un violino nelle mani di un maestro, sente le sue corde vibrare, fremere di piacere. Le mani di Marco si sostituiscono alle sue...percorrendole le gambe, facendo frusciare il nylon, le sue carezze si fanno sempre più audaci... La guarda con occhi sorridenti e maliziosi quando la sua mano arriva tra le sue cosce... ma lo sguardo cambia alla scoperta che la signora non ha indossato le mutandine. Lui appoggia la mano aperta sul suo sesso premendo piano l'indice all'interno della fessura... la percorre da basso verso l'alto e torna indietro...
- Mi fa impazzire quanto sei bagnata.
La penetra con l'indice e lei freme contro di lui, socchiudendo gli occhi...il respiro affannoso.
Marco la guarda...le posa un lieve bacio sulla bocca...poi si scosta leggermente e con l'indice disegna il contorno delle sue labbra, bagnandole con i suoi stessi umori.
Sesso... l'odore inconfondibile del sesso.
L'impressione che l'aria ne sia satura, che tutti possano avvertirlo.
L'eccitazione cresce mentre lui la bacia voracemente assaporando il suo gusto...senza smettere di toccarla... sente le sue dita penetrarla... prima l'indice, poi un altro dito.... e ancora un altro. Lei socchiude gli occhi, mentre ondate di piacere la percorrono... è persa nel bacio quando sente le dita di Marco, fradice dei suoi umori, avvicinarsi all'altro buchino, accarezzandolo, ammorbidendolo, penetrandolo leggermente...
Un colpo di tosse alla sua destra la riscuote, entrambi si voltano: un vecchio, vestito con una divisa blu... è la maschera... li sta guardando con aria lasciva.
La signora vorrebbe ricomporsi, il suo primo istinto è quello di staccarsi da Marco, ma l'uomo non glielo permette, i suoi occhi hanno un lampo di malizia mentre continua ad accarezzarla in profondità e le ordina di sorridere a quel vecchio sgradevole. Lei comprende che quell'uomo vuol vedere fin dove può spingersi, cosa riesce a farle fare. Si costringe a svuotare la mente da ogni pensiero, entra nel non-giudizio, e le sue labbra si dischiudono in un sorriso di puro piacere rivolto al loro spettatore. La maschera cerca di avvicinarsi ancora di più, ma Marco gli sibila:
- No, se vuoi guardare fallo pure, ma rimani lì.
E nel frattempo continua ad accarezzarla, le dita sempre più attive, la bocca sul suo collo morbido...la mordicchia, la penetra più a fondo... movimenti più rapidi... scende a baciarle il solco tra i seni... ne libera uno e stringe tra le labbra un capezzolo. La signora ha gli occhi fissi sul vecchio e avverte il contrasto tra la meravigliosa sensazione che Marco le sta regalando e la repulsione che prova dentro di sé, sentendo lo sguardo libidinoso del guardone. Sente l'eccitazione crescere sempre di più, al pensiero che presto la maschera vedrà il suo viso nel momento dell'estasi... privo di barriere... nudo, trasparente. E' proprio quest'idea che le fa perdere ogni controllo. Marco avverte le contrazioni, e i movimenti delle sue dita sono sempre più concitati, mentre posa la bocca sulla sua, come per respirarne l'orgasmo. La guarda con dolcezza mentre il piacere le percorre il corpo e i suoi occhi hanno una scintilla di vittoria.
***
Una pioggerellina insistente e fastidiosa li bagnava, mentre si facevano strada tra la folla che usciva dal cinema. Abbracciati, facevano lo slalom tra ombrelli variopinti.
- Wow, certo che non mi aspettavo che finisse così...Ti è piaciuto?
- Mi ha lasciato un po' interdetto in verità. Non avevo mai pensato a internet come a un serbatoio per rimorchiare.
Lei soffocò un risolino.
- Forse è un po' riduttiva come definizione, ma rende l'idea!
Si scambiarono una breve occhiata, un lampo di malizia.
- Cara, non vogliamo esser noi gli scemi del villaggio globale, vero?
- No tesoro, e poi ricordo dove ho messo il mio reggicalze.
Scarlet e Paola