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Racconto n° 5205
Autore: Nikitaverdeveleno Altri racconti di Nikitaverdeveleno
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Lei, ora.
Sono giorni che ti prepari.

Hai scelto il luogo, lontano quel tanto che basta ad evitare incontri casuali ma inopportuni.

Hai scelto il gioco.

Hai deciso quali sensi lei potrà usare e quali no.

Un foulard, di un verde cupo e profondo come i suoi occhi, per privarla della vista.

Una corda di seta, morbida come il suo corpo, a legarle i polsi, per privarla del tatto.

Un frustino, nero come l'abisso voluttuoso nel quale vuoi farla precipitare, consapevole che ti trascinerà con sè.

Quell'immagine perfetta eccita la tua mente ed​ tuo sesso.

Vuoi vederla arresa.
Vuoi che ti implori.
Vuoi che i suoi gemiti riecheggino nella stanza.

Lo sguardo che ti scruta quando sale in auto, un animale che fiuta il pericolo ma non sa starne lontano.

La sua mano si poggia sfrontata sul tuo sesso, lei è abituata ad avere il controllo.

Senti l'eccitazione gonfiarsi, mentre lei sta passando lenta e dispettosa la lingua sul tuo collo, piccoli tocchi umidi, proprio sotto la curva dell'orecchio.

Il traffico è scorrevole, pochi minuti e la destinazione è raggiunta.

Non le dai il tempo di girarsi, quando lei richiude la porta ti appoggi a lei, alle sue spalle, costringendola contro il legno scuro.

Le stucchizi il collo, una mano si impossessa di un capezzolo.

Non sarai l'amante che conosce.

Stringi quel rigonfiamento tra le dita, d'improvviso.

Ed eccolo...le sfugge un gemito, di sopresa, forse dolore.

Allenti la presa.

Lei non si muove, non cerca di sfuggirti, non cerca di liberarsi.

È in attesa, quasi trattiene il respiro.

Le tue dita si infilano decise sotto il perizoma, dentro di lei, liquida e socchiusa.

Inarca la schiena. E di nuovo geme.

Le tue dita ora lubrificate dai suoi stessi umori, inattese violano quell'ingresso che non avevi mai osato forzare.

Ora non è più un gemito. Le sfugge un piccolo grido.

E tu senti che la soglia è stata varcata.

La fai girare, ma le resti incollato.
Le alzi le braccia sopra la testa, ti basta una mano per tenerla ferma.

Il suo sguardo è felino, ora. Ti osserva, il respiro fuori ritmo, cerca di capire.

Non si muove, ti sfida sfrontata, vuole vedere fin dove oserai.

E allora...la trascini con te sul letto, affamato inizi a baciarla, piccoli morsi sul seno.

Non le vedi il volto, ma sei certo che stia sorridendo.

Ti stacchi, un gemito di protesta.

La fai sedere.

Il foulard...e il suo sguardo eccitato...hanno davvero lo stesso colore,​ ora.

Leghi senza stringere troppo, ma sei sicuro che non tenterà di liberarsene.

La spogli.
La fai alzare, in piedi di fronte a te, braccia lungo i fianchi.

La seta non lascia segni, le sussurri con le labbra incollate al suo orecchio

Percepisci il fremito che la scuote...e sei sempre più eccitato, mentre la osservi, nuda, bendata i polsi legati...ma ancora non arresa.

Ti inginocchi di fronte a lei, il tuo respiro sfiora il suo sesso, le fai sentire il calore della tua bocca.

Spinge istintivamente il bacino verso di te, e tu ti ritrai.

Vuoi sentirla pregare, vuoi che ti chieda di affondare la tua lingua in lei.

Ti rialzi...dapprima timido accenno...poi un piccolo, deciso schiaffo sul seno.
L'hai immaginato per giorni interi, quel lieve segno rosso sulla sua pelle.

Di nuovo, le sfugge un gridolino. Ma ha un tono diverso, ora. Una nota di roco, sottile piacere, si insinua.

Il tuo sesso preme per essere liberato.
Una parte di te vorrebbe che le mani di lei giocassero col tuo membro, danzassero su e giù, con quel movimento che lei accompagna sempre con la lingua.

Sarebbe piacere immediato, ma oggi hai giurato a te stesso che andrete oltre.

La fai sdraiare a pancia in giù, osservi per un attimo le curve del suo corpo, poi inizi a disegnarle con il manico del frustino, lento scendi dalle spalle verso il centro della schiena, sfiori una natica, eviti accuratamente la fenditura tra i glutei, prosegui risalendo, esercitando una lieve pressione.

Lei non emette suono, morde le labbra per non darti soddisfazione.

Ma...il suo sesso è lucido di umori, cerca di sfregarlo contro le lenzuola per trovare sollievo. Non vuole cedere.

Sei quasi pronto a lasciarti travolgere..e allora...
La prima colpisce leggera la schiena. Lei sussulta sotto il tocco della lieve frustata.
La seconda scende verso il basso.

Lei ha capito.

Ora geme e si inarca.

Il frustino colpisce la fessura lucente, lei ha istintivamente allargato le gambe per indicarti la strada.

Di nuovo, il manico del frustino. Lo appoggi all'ingresso del suo sesso, così umido e pronto che potresti affondarlo facilmente.

Lei ansima, geme, spinge il bacino verso di te​ invitandoti così a penetrarla.

E tu lo vorresti.

Vorresti lasciare che quel calore avvolgesse il suo sesso, vorresti scoparla senza pensare a nulla se non ad entrarle quanto più in profondità ti sarà concesso.

Non ancora.

La fai girare, due dita nel suo sesso, avvicini il manico del frustino alla sua bocca, non devi nemmeno chiederlo, la lingua le labbra ad inumidirlo come se fosse il tuo membro.

Vuoi osservarla godere.

Ti giri, carponi su di lei, nuda, bendata, polsi legati, il tuo viso sul suo sesso ormai completamente aperto e gonfio di eccitazione.
Infili deciso quel manico in lei, mentre con la lingua stuzzichi il clitoride.

Hai vinto.

Ti implora, geme, si dimena. Ti chiede di penetrarla davvero, di farla tua, di farla godere.

Amplifichi ancora di più il suo indecente desiderio, quando estrai il frustino e colpisci leggero il suo sesso spasmodicamente sensibile.

È in tuo potere, ora.

L'hai immaginata proprio così.
Per giorni.
Hai organizzato i particolari per arrivare a questo.

Arresa, implorante, creta nelle tue mani.

Lei è la tua Amante.

Ora la soglia è varcata.

Ti liberi dei vestiti, ti sdrai su di lei, le sue gambe ti cingono la vita.

La penetri, se non fosse così bagnata le faresti male, ma è lago che accoglie i tuoi colpi.

È una strega arrabbiata sotto di te, spinge se stessa verso i tuoi affondi, inarca il collo quando le afferri i capelli.

Ti implora...scopami l'anima.

Senti che sta per venire, senti che stai per venire.

Vuoi vedere il suo abisso.

Liberi i suoi occhi.

Sei sorpreso, lei non li apre.

L'orgasmo travolge te, travolge lei.

Nell'attimo un cui il suo corpo si contrae, nell'istante in cui è persa in sè stessa, una lacrima le scivola silenziosa.

Vorresti morire. Ti chiedi se non sia stato troppo, se non hai osato troppo.

Resta avvinghiata a te, il respiro si quieta.

Lei ora apre gli occhi.

Hanno un colore diverso, adesso.

Io sono tua, mio Signore.
Grazie per aver varcato la soglia.
A.


Nikitaverdeveleno

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