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Racconto n° 661
Autore: Pepper Altri racconti di Pepper
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La magnifica preda
"Accidenti a te!" sibilò tra i denti Carla dopo aver girato a vuoto, per l'ennesima volta, la chiave d'accensione nel cruscotto.
"Non ne vuoi sapere maledetta?" esclamò contrariata.
"Ed ora come faccio? Non puoi mollarmi qui da sola come una cretina!".
Riprovò per l'ultima volta a mettere in moto ottenendo con lo stesso risultato. Nessun segno di vita.
La giovane donna con fare stizzito uscì dall'abitacolo per dare un'occhiata nel cofano.
"Non ne capisco un'acca!" mormorò mentre calciava con violenza contro la gomma di una ruota.
Il cofano si richiuse con un tonfo sordo e Carla tratto il cellulare dalla borsetta formulò un primo numero.
Un fiume di parole concitate uscì dalla sua bocca: "La macchina non parte!! No, non ne vuole sapere! Certo che ho fatto il pieno, che dici? Puoi venire a darmi una mano? Come non puoi? Non puoi lasciare il lavoro ora? Ok, ho capito. Si... lo chiamo, ti faccio sapere, grazie lo stesso.. ciao".
Secondo tentativo telefonico.
"Carla. Ascolta, sono nella merda... la macchina si è piantata, non so come fare. Puoi venire a salvarmi? Oh grazie, sei un tesoro! Sono in via dei tigli, vicino alla lanterna rossa. Ti aspetto allora!".
Chiuse la comunicazione tirando un sospiro di sollievo. Si accese una sigaretta per rilassarsi e per ingannare l'attesa.
Dopo circa una mezz'ora il suono di un clacson festante le risollevò l'umore.
Il suo salvatore era arrivato!
"Grazie al cielo sei qui!" esclamò Carla dopo aver ricevuto un bacio rituale di saluto sulla guancia.
L'amico provvidenziale diede una rapida occhiata alla macchina in panne ed emise la sentenza.
"Niente di grave o irrisolvibile. Problemi alla batteria. Posso darle una ricaricata con la mia, ma devo procurarmi il materiale necessario."
"Dove?" chiese la ragazza.
"Nel garage di Stella penso di trovare tutto ciò che mi occorre" le rispose.
"Allora andiamo! Non perdiamo altro tempo Paolo!" lo incitò Carla.
Prese le sue cose dalla macchina e montò sull'automobile.
Paolo non si perse un solo fotogramma del suo accomodarsi sul sedile. Conosceva a memoria quelle gambe lunghe e seducenti, velate dalle calze autoreggenti ma ogni volta per lui erano uno spettacolo imperdibile. Si misero in marcia subito e Paolo la rassicurò: "Vedrai che la rimetto in sesto in quattro e quattr'otto! Stella ti ha messo in buone mani!"
"Ti ha chiamato? Non poteva piantare in asso il lavoro, quindi mi ha suggerito di rivolgermi a te".
"Si, mi ha fatto sapere che eri nei guai. Ma ora eccomi qua! Ero tappato a casa sua ad innaffiare le piante, quindi tu mi hai salvato dalle faccende domestiche!"
"Quando finisce la tua vacanza qua?" gli domandò Carla.
"Intendi dire quando ritorno all'inferno? Il mio finto viaggio di lavoro finisce venerdì, poi si ritorna alla vita di sempre. Lavoro vero, moglie, grane varie."
"Ci mancherai lo sai?"
"Anche voi mi mancherete. Ma appena posso... una scusa plausibile e volo subito qui!".
Nel mentre che chiacchieravano del più e del meno giunsero a destinazione.
Paolo parcheggiò direttamente nel garage e si mise subito alla ricerca dell'attrezzatura che gli occorreva.
"A posto! Siamo a cavallo! Trovato! Ma prima saliamo un attimo su in casa. Mi serve ancora una cosa".
Fece andare avanti Carla sulle scale e si godette dal basso tutta la sua camminata ondeggiante sui tacchi. Riuscì ad intravedere il nero delle mutandine che celavano una bella fica di cui conosceva benissimo il sapore e l'odore.
Una volta in casa Paolo fece sedere l'amica sul divano e si dileguò in un'altra stanza. Ne ritornò poco dopo con in mano un vhs.
"Prima di andare ti volevo mostrare una cosa!" disse Paolo.
"Cos'è? No dai! Non vorrai farmi vedere un porno! Dai.. che bastardo che sei!".
"No è molto meglio.. te lo assicuro!".
L'uomo infilò la cassetta nel videoregistratore e schiacciò il tasto play.
"Mettiti comoda tesoro e ammira!".
I fotogrammi cominciarono a scorrere sullo schermo.
Carla sgranò gli occhi ed esclamò: "Non è possibile!".
Ma non deviò lo sguardo anzi... si avvicinò al televisore e vi s'inginocchiò davanti.
Carla la lesbica e Stella l'amante che facevano l'amore. Fica contro fica, bocca contro bocca, bocca contro fica.
"Bastardo! Quando ci ha ripreso? Perché non mi avete mai detto nulla?".
"Che importa? Non ti piace rivederti con lei? Ti faccio questo regalo. Stella non voleva che te lo dicessi ma a me sembrava giusto mettertene a conoscenza".
"Capisco" sussurrò Carla. Sempre davanti allo schermo si era sollevata totalmente la gonna scoprendo le natiche. La cosa evidentemente la eccitava. Paolo sogghignò fra sé e sé, aveva fatto centro!
"Che cagna che sei. Staresti ore a leccarla alla mia Stella e ti piace pure riguardarti! E non solo.".
Carla aveva divaricato le cosce e aveva tirato giù le mutandine. Incurante del suo sguardo si masturbava davanti a lui che al colmo dell'eccitazione si sbottonò i pantaloni, il membro rosso e rigonfio fuoriuscì dagli slip.
Fece per impugnarlo ma un'idea sordida si fece avanti dentro di lui.
E se avesse osato? Se avesse contribuito al piacere di lei con il suo cazzo?
Del resto non faceva tanto la schifiltosa quando glielo leccava insieme a Stella... e tanto meno si ritraeva quando era lui che a darci di lingua su di lei.
Ma Stella? Avrebbe acconsentito? Il suo dubbio a proposito si esaurì rapidamente. L'occasione era troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire!
Allora si alzò e s'inginocchiò dietro la femmina eccitata.
All'orecchio le sussurrò: "Ti piace?".
"Siiiiii." mormorò la ragazza.
"Vuoi che ti aiuti?".
"Come?".
"Così".
Con il palmo della mano la accarezzò tra le cosce umide di umori e poi si leccò le dita impregnate di nettare.
"Continua" gli ordinò lei.
Paolo vedendosi la strada spianata continuò a massaggiarla mentre le immagini di un bollente 69 tra le due donne scorrevano sotto i loro occhi.
Carla continuava a bagnargli la mano... era proprio eccitatissima.
L'uomo diede un'occhiata al membro. Stava impazzendo.. non poteva resistere oltre.
Si incollò alla schiena della bellissima amazzone e senza preavviso alcuno affondò tutto d'un colpo in quella fica tanto desiderata.
Carla colta di sorpresa sbiascicò un "Cosa fai?" ma non si ritrasse.
"La cagna ci sta, eccome se ci sta" pensò Paolo.
Quell'antro caldo e burroso non opponeva resistenza, i suoi petali si erano aperti totalmente..
Con l'adrenalina a 1000 Paolo dosava i colpi con studiata lentezza per prolungare quegli istanti di godimento il più possibile.
Lei rispondeva bene. La tradivano i suoi sospiri, le sue mani che guidavano quelle di Paolo sul suo corpo, il nettare che la lubrificava senza sosta.
"Ti piace? Si che ti piace? Ne vuoi? Quanto ne vuoi? È tutto tuo.. goditelo" le disse ad un orecchio l'uomo.
Lei gemette e sussurrò: "Si lo voglio.. lo adoro... non ti fermare!".
Il ritmo delle spinte aumentò e Paolo percepì le contrazioni che provenivano da quella fica meravigliosa. Stava venendo! La cagna godeva per merito suo!
Si ritrasse in tempo e indirizzò gli schizzi di sperma sullo schermo del televisore.
Ora colavano, colavano sulle sequenze delle due porcelline che se la leccavano senza sosta.
Carla ansante si precipitò a leccare quel liquido caldo e cremoso. Che libidine osservarla mentre se ne nutriva!
Si accasciò seduta sul pavimento e con le labbra ancora intinte di sperma rivolse lo sguardo all'uomo che le aveva teso una trappola perfetta.
"Sei un bastardo.. ma io adoro i bastardi." sussurrò.
Si pulì le labbra col il dorso della mano ed esclamò: "Ora andiamo a riprendere la macchina. Potremo continuare la nostra serata più tardi non credi?".
Paolo annuì sogghignando. Ora anche Carla era sua e non ci avrebbe rinunciato per niente al mondo.

Pepper

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